Anche questa seconda edizione di "Sistemi costituzionali", oltre ai temi classici della tradizione giuridica occidentale, affronta aspetti del diritto spesso trattati solo epidermicamente dalla manualistica: i valori africani e asiatici, l'importanza delle religioni, il nazionalismo socialista arabo, il diritto musulmano, il pluralismo indiano, gli esperimenti di un socialismo diverso, le visioni cosmogoniche indigene, la giustizia conciliativa in Oriente; si arricchisce con le pagine dedicate ai doveri, alla natura, al "confederalismo femminista" del Rojava, all'emarginazione basata sulla razza e sul genere, tracciando alcune coordinate utili per illustrare la poliedricità delle soluzioni "costituzionali" nel mondo. Anche per inserire nel mercato del lavoro operatori consapevoli ed efficaci, l'Università non può limitare l'insegnamento a quattro-cinque modelli leader, e ignorare la presenza dell'imprenditoria cinese, i vincoli religiosi dell'Islam, la pervasività nei migranti delle tradizioni africane, riluttanti verso i sistemi valoriali dell'Occidente. Dal punto di vista metodologico, "Sistemi costituzionali" pone il suo focus nella centralità del linguaggio, le classificazioni, i formanti, la circolazione e i trapianti, i rapporti con altre scienze, il pluralismo, il rifiuto dell'eurocentrismo. La materia nel suo complesso, e i singoli segmenti che la compongono (le fonti, i diritti, le famiglie giuridiche, le forme di Stato e di governo, ecc.) sono trattati nell'alveo di classificazioni duttili, adatte a offrire interpretazioni da diversi angoli visuali. Ancor più della prima, questa nuova edizione di "Sistemi costituzionali" intende superare gli schemi di una scienza giuridica chiusa a riccio, che propone l'unica ricetta che sembra capace di articolare: il rispetto della dignità e dei diritti umani. Dividere il mondo in due: chi rispetta e chi non rispetta i diritti, rifiutandosi di conoscere e se mai accettare valori diversi da quelli occidentali, implica innanzi tutto avere coscienza della scelta.