Lungo il Tamigi, per seguire il filo del tempo nel fluire della corrente. Dall’età del ferro, con i primi insediamenti lungo le sue rive, all’età d’oro di Elisabetta I, tra cigni, salici e poeti, al 1889, anno del grande sciopero dei portuali di Londra, in piena epoca vittoriana, fino al Millennium Dome di oggi. Sulle sponde del Tamigi, per bere una bitter e ascoltare le storie del fiume nei pub che punteggiano il suo percorso, per incontrare chi conosce i segreti delle sue sorgenti, chi ne custodisce le chiuse, il fantasma di chi, da secoli, riappare in accoglienti locande. Sulle acque del Tamigi, per capire come il fiume abbia messo alla prova l’intelligenza dell’uomo, e come questi abbia risposto con genialità e determinazione, costruendo canali, ponti e mirabili tunnel; per poi indignarsi quando l’intervento troppo violento sul fiume porta a imbrigliarne il corso, deturpando il paesaggio o alimentando inondazioni. Percorrere il Tamigi, insieme a compagni di viaggio come Turner e Canaletto, Dickens e Grahame, William Morris e Jerome K. Jerome, T.S. Eliot e Gustave Doré. Perché lungo il fiume, la geografia diviene cultura, la natura si traduce in mitologia, pittura, letteratura, identità personale e collettiva. Lungo il Tamigi, dalle sorgenti nel Gloucestershire alla Isle of Sheppey, dove il fiume sfocia nel Mare del Nord, Mario Maffi esplora un fiume che raccoglie la composita identità dell’Inghilterra e, scorrendo, ne restituisce i singoli tratti: l’Inghilterra dei giardini, dell’impero coloniale, delle regate universitarie, del proletariato, della swinging London. L’Inghilterra: un paese che perpetua nella modernità i simboli e i rituali del proprio passato