Umberto Zanotti Bianco (1889-1963) è tra i grandi del Novecento italiano. Patriota e valoroso combattente, educatore e filantropo, infaticabile realizzatore, scrittore, archeologo, ambientalista, politico e parlamentare profondamente liberale. Un eroe civile nel suo essere un antieroe, impareggiabile suscitatore di volontariato, animato da un'intensa religiosità. Coltiva l'idea di un'Italia generosa, creativa, fraterna e al tempo stesso rigorosa, nobilitata dal sapere, nemica della retorica. Per lui eguaglianza come punto di partenza per tutti e merito non possono procedere disgiunti. Sarà il terremoto che nel 1908 distrusse Messina e Reggio Calabria a determinare la sua scelta di vita - egli piemontese di madre di origine britannica - per il riscatto del Mezzogiorno d'Italia che, nella solidarietà dei singoli e nella capacità di agire delle istituzioni, prendesse le mosse dall'istruzione diffusa, dalla cultura e dall'autogoverno. Il libro ricostruisce la vita austera - coraggiosa, ricca di eventi in Italia e in tanti altri Paesi, disseminata di sacrifici e di sofferenze - di un alfiere per l'indipendenza dei popoli, l'affrancamento dei deboli, l'affermazione della libertà nella giustizia; unendo nel tempo i valori risorgimentali, sempre appassionatamente vissuti, con quelli della nuova Italia democratica repubblicana, nata attraverso il dolore e l'umiliazione che ne precedono la redenzione morale, civile, militare e politica.