La deriva dell'Occidente o più drasticamente dell'Italia, la crisi economica mondiale, gli affanni della società civile e politica… L'ultima raccolta di poesie di Edoardo Sanguineti. Che solo formalmente è un libro postumo. Varie ed eventuali è stato consegnato in forma dattiloscritta pronto per la stampa. Diventa, con la morte dell'autore, un lascito eccezionale di ironia, acutezza, prensilità sulle cose del mondo.
Il libro
Epistolina per N.B.
(7 maggio 2010)
caro Nanni, ritorno da Bologna:
ti scrivo qui, dall'autostrada, in fretta,
non ho notizie fresche, ma che rogna
che è questa cosiddetta crisi: aspetta
un po': guarda la Grecia, il Portogallo,
la Spagna: è una questione, qui, di giorni,
forse di ore, attenzione: guarda il gallo
con i sobborghi che esplodono, forni
ardenti, con Obama abbronzatissimo,
da nobelizzatissimo: si crede
imperatore del mondo: incertissimo
su tutto, poveretto, lui, l'erede
degli Stati sfasciati, indebitati,
nel pantano delle assicurazioni –
tra iraniani, e iracheni, e iperarmati
di Taiwan, nordcoreani, e legioni,
di indiani – e pechinesi che si acquistano
(e si vendono) tutto, tra filmati
di bollynigeriani, e si conquistano
i mercati: e un mondo è morto – e soldati
per le strade del mondo: e non si arriva
per me, al 2012: e vicina,
più vicina, è la fine: e la deriva
è completa: ma ciao – viva la Cina:
L'ultima raccolta di poesie di Edoardo Sanguineti. Che solo formalmente è un libro postumo. Varie ed eventuali è stato consegnato in forma dattiloscritta pronto per la stampa. Diventa, con la morte dell'autore, un lascito eccezionale di ironia, acutezza, prensilità sulle cose del mondo. Un lascito paradossale che non indulge ad alcuna flessione testamentaria. Il gioco, l'invenzione e l'avventura dentro il linguaggio – e dentro il mondo – staccano ritmi con erotica esuberanza, e con quasi comica accensione di smorfie e sberleffi.
La deriva dell'Occidente o più drasticamente dell'Italia, la crisi economica mondiale, gli affanni della società civile e politica, Barack Obama incerto imperatore del mondo, le sorti degli amici, le nequizie dei nemici – tutto rifluisce in un "girotondo" di "storie crude e cotte", che rimescola beffardamente le carte. Le "varie ed eventuali" di Sanguineti appartengono al tenace teatro di una scrittura poetica che si protende diabolica sul filo come un saltimbanco che non teme le altezze e lo svanire: "è un punto, appena, un puntolino, un niente: / sparisce, e via, velocissimamente:".