Tre anni dopo il successo di Eurabia, Bat Ye’or torna a occuparsi della resa dell’Europa all’islam sotto l’abile regia dell’Organizzazione della Conferenza Islamica, che riunisce 57 paesi e più di un miliardo di persone.
Lungi dal pianificare conquiste di tipo militare (almeno nelle forme tradizionali), la strategia dell’OCI è sottile e insinuante. Controlla la politica del Vecchio Continente con la minaccia del terrorismo e l’arma dell’immigrazione (insieme a quella, connessa, della demografia). Lo ricatta economicamente grazie al petrolio. Lo inibisce culturalmente facendo leva sulla mancanza di un’identità condivisa e sfruttando i sensi di colpa di élite ostaggio del «politically correct». Lo insidia sul piano religioso, incoraggiando il proselitismo e le conversioni, mentre la predicazione (e anche la semplice pratica) cristiana resta un tabù in molti paesi musulmani.
Ma soprattutto l’OCI si muove innanzitutto sul piano legislativo e giuridico per veder sancito in tutto il mondo il principio in forza del quale i musulmani sono soggetti solo alla legge islamica, la shari’a, ovunque risiedano. Questo principio è uno dei cardini della dhimmitudine e ha trovato la sua prima applicazione europea nel 2007, in Gran Bretagna, quando la shari’a è stata ufficialmente riconosciuta come fonte di diritto – in materia di divorzio, eredità e violenze interne alla famiglia. L’Europa sta diventando parte della ummah, la «comunità dei fedeli»? Ci toccherà in futuro, nei nostri stessi paesi, la condizione di cittadini di seconda classe?
I segnali in questa direzione si moltiplicano. Europa/Eurabia ha abiurato la propria storia e i propri valori attraverso alcune scelte fondamentali: il ripudio delle radici cristiane, ignorate dalla Costituzione dell’Unione; l’apertura della scuola pubblica all’insegnamento del Corano; la ridefinizione della storica partnership con gli Stati Uniti; l’abbandono di Israele e la scelta di campo pregiudiziale a favore dei palestinesi di Hamas; la negazione dell’origine ebraica del cristianesimo al fine di avvicinarlo all’islam, in una falsa prospettiva di dialogo euro-arabo.
Basterà un amalgama di paure e interessi nazionali che ha fatto della laicità una bandiera a salvarci dal «Califfato universale»?
L'AUTORE
Bat Ye’or, nata in Egitto e di nazionalità britannica, si è dedicata allo studio dello status delle comunità etnico-religiose nei paesi islamici, a cui ha dato un nome, «dhimmitudine», definendone i principali aspetti politici, economici, culturali. Autrice del fondamentale Eurabia. Come l’Europa è diventata anticristiana, antioccidentale, antiamericana, antisemita (Lindau), Bat Ye’or ha scritto vari altri saggi sul rapporto tra l’islam e la cristianità, tra cui ricordiamo Les Chrétientés d’Orient entre jihad et dhimmitude, di prossima pubblicazione presso la nostra casa editrice.
RECENSIONI
Michael Sfaradi, «Tempi», 4 giugno 2009
«[Bat Ye’or] conserva i toni forti e le affermazioni tranchant a cui ha abituato i suoi lettori.»