Le voci, le luci, i colori, gli angoli, i conflitti di una metropoli cosmopolita ancorata alla tradizione e tentata dalla modernità. È questa Istanbul ma anche la Turchia che si dibatte tra tolleranza e fondamentalismo, nazionalismo e spirito europeo, repressione e democrazia. In questo libro vengono raccolti scritti e interviste degli ultimi anni che toccano vari temi: dal ruolo della donna ai diritti umani, dal genocidio degli armeni alle stragi dei curdi, dal terrorismo islamico all'incapacità dell'Occidente di comprendere l'umiliazione dei popoli dannati del Terzo Mondo.
In questi scritti e interviste il grande scrittore messicano si sofferma sul carattere dirompente della letteratura che definisce "l'atto culturale più sovversivo che esista e l'unico spazio che sta ancora producendo pensiero utopico". Paco Ignacio Taibo II parla anche dei suoi personaggi, delle sue letture, del suo romanzo impossibile e interminabile. "Credo nella letteratura, scrive, e in sua madre il romanzo, col fervore di un fondamentalista eretico, un super tifoso del calcio, un gruppettaro del rock. Credo che non esistano i classici, le letture obbligatorie o alla moda. Credo che il Parnaso non esista e che se esistesse sarebbe una taverna messicana i cui portieri non sarebbero Octavio Paz o i membri del comitato svedese del Nobel".