P. Wilson ci introduce alla comprensione della rivelazione di Dio da parte di Gesù. Una rivelazione comprensibile solo alla luce della comprensione dell'identità e della natura di Cristo. Tale rivelazione non avviene nel vuoto, ma nel contesto delle azioni e delle parole di Gesù come evento e parole visibili e udibili. Così, i sette "Io sono" di Gesù non sono solo enunciati, ma rivelano; l'identità, la persona, la missione e la relazione di Gesù con il Padre. P. Wilson afferma che è essenziale conoscere la persona e l'identità di Gesù. Cristo, che non è un semplice simbolo di luce ma la luce personificata e incarnata. Gesù stesso è il miglior rivelatore della propria identità, sebbene il Gesù giovanneo sia anche il supremo rivelatore del Padre. Noi, proprio come i discepoli del tempo di Gesù, dobbiamo imparare a camminare alla luce del Signore, anche quando Egli non è fisicamente presente come il Gesù della Storia. Egli è sempre presente come Signore e Cristo della nostra fede.
Perché parlare del cuore e con il cuore? Perché chi conosce il proprio cuore è signore di sé stesso e della vita. Dedicare quindi tempo per conoscere cosa attraversa il nostro cuore, riflettere su cosa lo abita e di quali stati emotivi, ansie, passioni, tristezze, debolezze, è più frequentemente soggetto vuol dire prendersi cura dell'uomo e della donna che è in ciascuno di noi. Ci sono situazioni in cui il battito cardiaco non è regolare a causa appunto degli stati interiori ed esteriori che ne alterano il ritmo. Possiamo vedere come la tristezza e l'accidia provocano un ritmo del cuore bradicardico, un cuore che batte lentamente, e a tratti pare si fermi. E ci si ritrova con l'anima impermeabile a tutto, da non desiderare più nulla e soprattutto da non commuoversi più di nulla, da non riconoscere Dio nel volto degli uomini, non più capace di stupirsi, da non avere pietà... un cuore che non batte per nessuno e per niente. Oppure le passioni che accelerano il ritmo del cuore, o invece i sensi di colpa che mi accompagnano, la paura della morte, ferite che la vita non mi ha risparmiato che possono arrivare ad arrestare il battito cardiaco tanto il dolore lo comprime. Eppure da tutte queste "patologie" può passare la nostra guarigione, può passare il Signore che le lenisce con il balsamo della sua Presenza. E infine che battito ha il cuore di Dio? Solo attingendo al Suo cuore inizia la guarigione che a volte può durare anni ma che porta al riconoscimento non solo della nostra malattia, ma ci dona la terapia che consiste in un cammino di libertà, di purificazione della memoria, di riconciliazione con noi stessi per aprirci al Signore e ai fratelli e soprattutto assaporare la vita.