Le autrici offrono uno sguardo rivoluzionario sull'autismo: non più dall'esterno, cioè dal punto di vista dei «neurotipici», ma dall'interno. Infatti, i comportamenti tipici dello spettro autistico non sono sintomi da «guarire»: una persona autistica ha semplicemente un cervello connesso in maniera differente rispetto ai neurotipici. Attraverso una serie di domande e risposte, le autrici ci spiegano perché gli autistici si comportano in un certo modo (perché agitano le mani: perché non amano essere toccati; come mai allineano gli oggetti; perché fare la doccia o tagliare i capelli sono momenti drammatici...), e ci offrono consigli pratici su quali comportamenti adottare e quale linguaggio utilizzare per entrare in relazione con loro, rispettandone le specificità. Diventa così possibile aiutarli a integrarsi nella società, a istruirsi e a vivere una vita felice.
Sullo sfondo di una Genova essenziale e del suo mare, sopra il quale volano liberi i gabbiani, una madre delinea la storia di sua figlia Serena, intrappolata a lungo nella prigione dell'anoressia. Momenti e tappe fondamentali di questa storia vera sono: la morte della nonna materna, che per un po' indebolisce e distoglie le forze della madre; una gita a Londra, che spezza le illusioni di una facile guarigione di Serena; il ricovero in ospedale della ragazza per l'alimentazione clinica e, infine, il suo viaggio di studi a Uppsala, che conferma la definitiva resurrezione dalla malattia. Questa madre parla di speranza, forza, scelte adeguate, ma anche di impotenza, rabbia, disperazione, e si pone lucide domande che possono restare senza risposta.