Sono colpito dal talento dell’uomo moderno di deturpare ciò che tocca. Guardiamo lo spazio: le immagini dei pianeti e delle stelle hanno una bellezza mozzafiato. Ogni cosa è al proprio posto. L’ordine dell’universo ispira la pace. Guardiamo il mondo, le montagne, i fiumi, i paesaggi, tutto ispira una serena bellezza. Guardiamo il viso di un bambino che riede di gusto, il viso di un anziano pieno di rughe per l’età. Dio ha plasmato la sua creatura con tanto amore da ispirare sempre una sensazione di nobiltà e bellezza. E poi guardiamo ciò che crea il mondo moderno!
«Alla radice della decadenza dell’Occidente c’è una crisi culturale e identitaria. L’Occidente non sa più chi è perché non sa più, e non vuole sapere, chi lo ha plasmato...».
L’affermazione del cardinale Robert Sarah esprime con precisione l’intenzione del suo terzo libro di conversazioni con Nicolas Diat. La conclusione a cui perviene è semplice e insieme impietosa: il nostro mondo è sull’orlo di un abisso. Crisi della fede e della Chiesa, declino dell’Occidente, relativismo morale, mondialismo sfrenato, capitalismo selvaggio, nuove ideologie, inaridimento della politica, derive da totalitarismo islamista... È necessario tentare una diagnosi senza invocare pretestuose attenuanti. Non si tratta però soltanto di prendere in esame il grande cambiamento cui è andata incontro la nostra epoca: richiamando l’attenzione sulla gravità della situazione che stiamo attraversando, il cardinale dimostra che è possibile evitare l’inferno di un mondo senza Dio, di un mondo senza uomo, di un mondo senza speranza.
In questa ambiziosa meditazione, il cardinale Sarah si impegna senza riserve nell’analisi delle diverse crisi del mondo contemporaneo.
Robert Sarah
Dal cuore dell’Africa al centro della Cristianità: così potremmo riassumere lo straordinario percorso di vita del cardinale Robert Sarah. Ordinato prete nel 1969; consacrato vescovo nel 1979 – il vescovo più giovane del mondo – chia- mato da Giovanni Paolo II nel 2001 a Roma come Segretario della Congre- gazione per l’Evangelizzazione dei Popoli; nominato da Benedetto XVI Presi- dente del Pontificio Consiglio Cor Unum nel 2010 e infine nel 2014 chiamato da Francesco a presiedere il Dicastero vaticano che si occupa della liturgia. Guardando il povero bambino di Ourous, figlio di contadini e attratto dalla vita dei missionari, nessuno poteva immaginare il piano di Dio ma si potrebbe affermare che certo Dio sapeva quel che faceva.
Dall’estate del 2018, quando rivelò al mondo il suo memoriale sul caso dell’ex cardinale MacCarrick, l’arcivescovo Carlo Maria Viganò è diventato il capofila di un movimento di resistenza cattolica a difesa della retta dottrina e della fede nel segno della Tradizione, contro l’apostasia ormai dilagante.
Titolare del popolare blog Duc in altum, nel quale gli interventi dell’arcivescovo compaiono spesso, Aldo Maria Valli raccoglie in questo volume numerosi contributi dell’ex nunzio negli Usa: testi che, spaziando dall’analisi della situazione della Chiesa a temi di spiritualità, compongo un quadro indispensabile per capire he cosa significa oggi essere cattolici.
“Ascoltare, o riascoltare, la voce di monsignor Viganò – scrive Valli – è come salire in cima a una montagna. È come respirare a pieni polmoni dopo essere rimasti troppo a lungo esposti ai miasmi della menzogna, delle mezze verità, delle parole che nascono dall’opportunismo politico e non dall’amore per la Verità”.
Carlo Maria Viganò (Varese, 1941), consacrato arcivescovo da san Giovanni Paolo II nel 1992, ha lavorato nella segreteria di Stato della Santa Sede ed è stato segretario generale del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano e nunzio apostolico negli Stati Uniti d’America.
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In questo libro-intervista, Monsignor Athanasius Schneider offre un incisivo e cristallino esame sulle controversie che infuriano nella Chiesa e sulle questioni più urgenti del nostro tempo, offrendo chiarezza e speranza ai cattolici sotto assedio. Egli affronta temi come la diffusa confusione dottrinale, i limiti dell’autorità papale, i documenti del Vaticano II, la Fraternità San Pio X, le ideologie anticristiane e le minacce politiche, il Terzo Segreto di Fatima, il Rito Romano tradizionale, il Sinodo sull’Amazzonia e molti altri. Come il suo patrono del quarto secolo, Sant’Atanasio il Grande, Monsignor Schneider dice cose che altri non dicono, seguendo senza paura il consiglio di San Paolo: “annunzia la parola, insisti in ogni occasione opportuna e importuna, ammonisci, rimprovera, esorta con ogni magnanimità e dottrina” (2 Tm 4,2). Le sue intuizioni sulle sfide che oggi il gregge di Cristo deve affrontare, sono una lettura essenziale per coloro che sono, o che vogliono essere, attenti ai segni dei tempi. Ricordando il Rapporto Ratzinger del 1985, Christus Vincit sarà un punto di riferimento fondamentale per gli anni a venire.
«Una cristianità non si nutre di marmellata più di quanto se ne nutra un uomo. Il buon Dio non ha scritto che noi fossimo il miele della terra, ragazzo mio, ma il sale. Ora, il nostro povero mondo rassomiglia al vecchio padre Giobbe, pieno di piaghe e di ulcere, sul suo letame. Il sale, su una pelle a vivo, è una cosa che brucia. Ma le impedisce anche di marcire» (George Bernanos, Il diario di un curato di campagna). Prendendo spunto da questa cruda ma realistica affermazione di Bernanos, don Luigi Maria Epicoco accompagna il lettore in un vero e proprio ripensamento delle potenzialità della vita cristiana, partendo dalla contestazione di una certa visione "buonista" della fede e ricordandoci che la vita del credente non dipende da nessuna legge che non sia quella della Carità di Cristo a noi donata nel Battesimo. Non a caso «i santi sono quelli a cui funziona il Battesimo», è scritto in queste pagine; e le potenzialità che il Battesimo immette in noi sono riassumibili nelle tre virtù teologali - Fede, Speranza e Carità - che sfociano in quella che è la condizione della vita secondo Cristo: un'esistenza gioiosa e libera, perché amata. Il libro di Luigi Maria Epicoco si propone, dunque, di riflettere e ripensare queste "tre virtù" a partire dalla vita stessa, illuminata da alcune storie bibliche, che divengono traccia e provocazione per l'esistenza di ognuno.
Oggi più che mai è indispensabile orientare al Bene i sensi e la sensibilità che sono le vie che abbiamo a disposizione per percepire la realtà che ci circonda: dal suo aspetto più semplice fino a giungere a Dio. Eppure è straordinaria la superficialità e disattenzione con cui gestiamo risorse così preziose, al punto da non accorgerci che le stiamo perdendo: i nostri sensi sono come oscurati e smorti, e noi sempre più insensibili, indifferenti, tristemente realisti e sbadatamente sedotti dal nulla. In questo volume Cencini ci spiega come sia possibile il recupero pieno dei doni-possibilità che il Creatore ha fatto all'uomo sul piano fisico, morale, religioso-spirituale, affinché l'uomo sia veramente uomo.
L’autore del bestseller L’opzione Benedetto attinge dalle esperienze dei cristiani sopravvissuti alle persecuzioni sovietiche per avvertire i cristiani dei pericoli all’orizzonte. Per anni, gli emigrati dell’ex-blocco sovietico hanno ammonito Rod Dreher dei segnali rivelatori del cosiddetto totalitarismo “temperato” in via di sviluppo in America e in Occidente – un fenomeno più simile a quanto raccontato ne Il mondo nuovo rispetto a ciò che accade in 1984. Le politiche sull’identità hanno iniziato a invadere ogni aspetto della vita quotidiana, le libertà civili sono viste sempre più come una minaccia alla “sicurezza”. I progressisti emarginano conservatori, cristiani tradizionalisti e altri dissidenti. La tecnologia e il consumismo stanno facilitando lo sviluppo di uno Stato di sorveglianza e la pandemia, dopo aver fatto perdere il lavoro a milioni di persone, ha lasciato l’Occidente esposto a manipolazioni demagogiche d’ogni tipo.
In breve
In quattro fra i suoi testi spirituali più belli, Karl Rahner insegna che c’è una “Quaresima della vita”, che non ha niente a che fare con l’astenersi da ogni piacere. Ma nella quale conta piuttosto sperimentare che ci manca un’esperienza di cui avremmo cogente bisogno: la presenza di Dio. Il digiuno quaresimale serve non a dimagrire, ma a cambiare il nostro metabolismo spirituale. Ne va di una fede matura che dà sempre più profondità al quotidiano, superandone le lacerazioni.
Descrizione
Chi di noi non si aspetta miracoli dal digiuno? Peso forma ideale, aspetto giovanile, sensazione di benessere! Ma se il senso della Quaresima fosse questo, non avrebbe posto nella chiesa: avrebbe a che fare piuttosto con le polizze sanitarie offerte dalle compagnie assicurative.
Che cosa significa, allora, quel “tempo di penitenza e digiuno” che inizia il Mercoledì delle ceneri e finisce alle soglie del Triduo pasquale? Risponde questa pubblicazione, che raccoglie quattro testi spirituali fra i più belli di Karl Rahner. Il gesuita tedesco, considerato uno dei più grandi teologi del XX secolo, mostra che la Quaresima non ha nulla a che fare con la rinuncia al consumo, con la semplice morigeratezza, ma tocca la fede nel profondo del nostro cuore. Il digiuno quaresimale non ha di mira il dimagrimento, ma un mutamento del “metabolismo spirituale”. Ne va di una fede cristiana che matura e che dà sempre più profondità al quotidiano, superandone le lacerazioni.
La profezia di Nietzsche si sta avverando, l'insegnamento del suo vicario Zarathustra ha attecchito nella nostra cultura occidentale. A poco più di un secolo dalla morte del filosofo tedesco, la civiltà cristiana sta scomparendo. L'uomo rinnega il suo Creatore e si sostituisce a Dio in un delirio di onnipotenza che lo porterà in breve tempo a compiere azioni incontrollate e incontrollabili in tutti i settori della vita: sociale, genetico, medico ed etico. La trascendenza e ogni ordine provvidenziale vengono spazzati via, si tenta di oscurare la Chiesa e il suo insegnamento, di estirpare le radici da cui sono nate la cultura europea e occidentale. Siamo agli albori di una nuova umanità.
Lo charme del Rabbì di Nazaret filtra da ogni pagina dei Vangeli, restando inafferrabile. Come accostarsi allora alla patina di luce che ovunque lo accompagna? Questa domanda dà l’avvio all’avventura di queste pagine: osare leggere il Vangelo «al rovescio», a partire cioè dalla prospettiva di coloro che lo hanno incontrato. Come sarà stato guardato Gesù da Giuseppe, Maria, il Battista, la peccatrice di Magdala, Giuda, Pietro, Caifa, Anna, Pilato ed Erode? Un racconto fra le righe dei Vangeli e sulla loro soglia, come un invito a entrare.
Sommario
Prefazione. Yosef, il sognatore. Miriam, la madre. Jochanan, il Battista. Miriam di Magdala, l’amante. Kèfa, la roccia. Yehûdāh, l’amico. Caipha, il religioso. Pilatus,
il diplomatico. Cleopha, l’entusiasta.
Note sull'autore
Gianluca De Candia insegna attualmente Teologia sistematica all’Università di Siegen ed è libero docente al Dipartimento di questioni filosofiche fondamentali della teologia della Westfälische Wilhelms-Universität di Münster.
La Chiesa di oggi sembra in cerca di un varco per il futuro. Mossa dal potente impulso riformatore di papa Francesco, diventa sempre più consapevole della necessità di un cambiamento al proprio interno per essere all'altezza di quanto richiestole dal vangelo di Gesù. Ma quali priorità deve assumere? Quali nodi deve sciogliere? Che forma dare all'istituzione ecclesiastica perché non finisca con l'oscurare il volto del Dio di Gesù, ma riprenda quell'arte di tenere accesa la luce della fiamma evangelica che sa attirare moltitudini? Sono le domande a cui la riflessione di Giuliano Zanchi offre una risposta lucida e persuasiva. Molto va ripensato delle figure che popolano la Chiesa: quella del laico, ancora in posizione subordinata rispetto al clero; quella della donna, marginale nei processi decisionali; quella del prete stesso, il cui profilo è diventato precario e incerto. Ma perché il vangelo possa parlare alla storia è necessaria anzitutto l'esistenza di una comunità. La testimonianza credente può darsi nel mondo solo grazie a una comunità di uomini e di donne che danno alla loro vita la forma del vangelo, solo attraverso il loro laborioso esercizio di quotidiana fraternità che si fa largo nei gesti di costruzione della città, della storia, della convivenza umana. Questa è la posta in gioco della presenza dei cristiani nel mondo. A questo essi servono.