Bastano tre dati a dirci che le ultime elezioni politiche rappresentano una svolta rispetto a tutte le precedenti. Primo: nel 2006 sono entrati alla Camera gli eletti di 15 liste, nel 2008 quelli di 9 liste. Secondo: nel 2006 sedevano in Parlamento 72 deputati di Rifondazione comunista, Comunisti italiani e Verdi; oggi non ce n'è nessuno, come non c'è nessun eletto in partiti che si richiamino alla tradizione socialista. Terzo: nel 2006 le due aree politiche che si sono date battaglia con alterne vicende dal 1996 in poi erano alla pari quanto a voti validi, nel 2008 c'è stato un divario di oltre 4 milioni di voti. Dopo un simile sconvolgimento, grande è la confusione sotto il cielo, soprattutto - naturalmente - sotto quello degli sconfitti. Per capire meglio ciò che è avvenuto questo tempestivo volume affronta, sulla base di una vasta indagine campionaria condotta subito dopo il voto, una serie di quesiti decisivi: che ruolo hanno avuto delusione e astensionismo? Quali sono stati i flussi dello spostamento a destra? Chi è stato premiato dall'appello al "voto utile"? Come ha pesato la questione cattolica?
Le elezioni presidenziali americane del 2008 saranno a lungo ricordate come un evento storico di prima grandezza, negli Stati Uniti ma anche nel resto del mondo. Esse del resto hanno preso avvio in un contesto segnato da una grande complessità del quadro internazionale, con due guerre in corso nel Medio Oriente, l'instabilità politica del Pakistan, la proliferazione nucleare in Iran, la risorgenza della Russia, la crescita economica imperiosa della Cina. Nel pieno del loro svolgimento si è poi appalesata la più grande crisi finanziaria dai tempi della Grande Depressione. Per di più, in nessun altro momento della storia recente la leadership degli Stati Uniti è stata messa maggiormente in questione. Tuttavia, più che da ogni altro elemento, le elezioni del 2008 sono state rese memorabili dal peculiare profilo dei candidati - avendo essi segnato, ciascuno a suo modo, una "prima volta" - e dall'intensità della competizione. La vittoria di Barack Obama ha peraltro restituito agli Stati Uniti, almeno nel breve termine, parte della leadership morale perduta. Il volume, pubblicato anche in lingua inglese da Palgrave Macmillan, è diviso in dodici capitoli e spiega le elezioni presidenziali articolando la storia in quattro atti: la selezione dei candidati con le primarie, lo svolgimento della campagna, il voto, la scelta della squadra e i programmi della nuova amministrazione. Il prologo e l'epilogo inquadrano l'evento e ne colgono le implicazioni dal punto di vista dell'Europa. Tra gli autori, in larga parte americani, vi sono sia studiosi eminenti come Paul Gottfried, sia consumati analisti come James Thurber, noto commentatore in programmi giornalistici internazionali, o come John Gans e Jennifer Palmieri, strateghi della comunicazione per precedenti candidati presidenziali.
Erik Jones è professore di Studi europei all'Istituto di studi internazionali avanzati "Paul H. Nitze School" della Johns Hopkins University, sede di Bologna. E' co-curatore, con M. Giuliani, del prossimo volume della serie "Politica in Italia" (Il Mulino, 2010). Salvatore Vassallo è professore di Scienza politica nell'Università di Bologna e attualmente componente della Camera dei Deputati. Fra i volumi pubblicati con il Mulino ricordiamo "Come chiudere la transizione. Cambiamento, apprendimento e adattamento nel sistema politico italiano" (a cura di, con S. Ceccanti, 2004) e "Sistemi politici comparati" (a cura di, 2005).