I saggi qui raccolti esplorano l'atteggiamento dei cristiani nei confronti del potere, tanto nel suo esercizio quanto nella sua elaborazione teorica. In ascolto di testimonianze raccolte lungo i secoli, gli autori riflettono su autorevoli posizioni di pastori della chiesa antica, d'Oriente e d'Occidente, sul sistema teologico di Tommaso d'Aquino, su dibattiti che si sono imposti in epoca moderna e che ancora perdurano. Esperti di patrologia, storia del diritto e teologia discutono in tal modo sulla cosiddetta «laicità» e in merito alla posizione dei cristiani dinanzi al potere. Emerge così come le comunità di coloro che si professano discepoli di Gesù di Nazareth cerchino nelle sacre Scritture un indirizzo e un'interpretazione della realtà in cui sono immersi. Giungendo, a seconda della prospettiva teologica adottata e della concretezza delle vicende da cui sono provocati, a esiti più o meno divergenti.
Il populismo ha una variabile anche religiosa. Negli Usa come in Brasile, in Ungheria come in Polonia registriamo la crescita di tendenze sovraniste che si intrecciano a correnti religiose tradizionaliste e fondamentaliste. Come è nato questo intreccio? Come interpretarlo sotto il profilo teologico e politico? Quale la reazione delle chiese «liberal»? In questo volume, autorevoli esponenti del mondo ecumenico europeo e nordamericano e studiosi italiani propongono una serie di interpretazioni utili a capire un fenomeno che, sia pure in forme specifiche e peculiari, arriva anche in Italia. Saggi di: Heinrich Bedford-Strohm, Teresa Isenburg, Paolo Naso, Balázs Ódor, Jane Stranz, De-bora Spini e Jim Winkler. Prefazione di Daniele Garrone.
Il volume a cura di Élise Boillet e Lucia Felici propone uno studio pluridisciplinare sulle pratiche religiose e sulla loro visibilità nello spazio urbano dell'Europa moderna, con particolare attenzione alla Francia e all'Italia. Il tema è analizzato nel suo rapporto con la nascita di teorie e pratiche di tolleranza religiosa, ma non solo. «Abbiamo dedicato il volume al tema della simulazione e della dissimulazione religiosa, alla sua complessità, addirittura ai suoi paradossi, che si riflettono concretamente nella gestione degli spazi urbani e lasciano la loro impronta nel paesaggio delle città. Queste nozioni fanno parte della dialettica tra ciò che è visibile e ciò che è invisibile, mostrato e nascosto, esterno e interno, pubblico e privato, passato e presente. Esse informano le politiche religiose delle istituzioni civili ed ecclesiastiche nelle città, le quali, in modo più o meno variabile e durevole, tollerano, cioè sopportano senza punirla, la visibilità e l'udibilità della religione dell'altro o, al contrario, la spingono nella trincea della clandestinità». (Élise Boillet)
Ideato per il centenario della Grande Guerra, il volume (che raccoglie gli Atti del LIV Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia) presenta nuove ricerche e riflessioni sulle posizioni delle chiese evangeliche di fronte al conflitto e sui suoi costi, in particolar modo rispetto alle Valli valdesi, territorio di una minoranza religiosa nonché caso esemplare di una realtà sociale, contadina e piccolo-borghese, coinvolta nello scontro. Oltre all'analisi del dibattito teologico, delle ragioni del consenso, delle riserve e dei dissensi delle chiese protestanti di fronte alla guerra, vengono alla luce le attività di assistenza, il tragico tributo di sangue, cattolico e valdese, e la memoria del conflitto. Scritti di Andrea Annese, Gilberto Clot, Silvia Facchinetti, Franco Giampiccoli, Irene Guerrini, Annalisa B. Pesando, Luca Pilone, Marco Pluviano, Giorgio Rochat, Sergio Rostagno, Gabriella Rustici, Anna Strumia, Giorgio Tourn, Sara Tourn, Samuele Tourn Boncoeur.
Nell'intento di mantenere coesi e motivati gli eserciti, nell'Europa delle guerre di religione i predicatori dei contrapposti fronti confessionali ministri riformati e clero cattolico - utilizzarono la predicazione come risorsa retorica "disciplinante" e, al contempo, si fecero carico di giustificare religiosamente la guerra. Nel volume - che raccoglie gli atti del LI Convegno di Studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia - si riflette su come la retorica del combattimento per la fede, con i suoi numerosi riferimenti biblici, influì sulla mobilitazione armata, sulla pratica religiosa e sulla violenza degli eserciti
Prima traduzione italiana, con testo a fronte
Il cuore del messaggio della Riforma dalla viva voce di Lutero
La questione delle indulgenze e i temi centrali della fede cristiana
L'inattesa risonanza delle 95 Tesi affisse il 31 ottobre 1517 alla porta della chiesa del castello di Wittenberg indusse Lutero a redigere un sostanzioso commento a ciascuna di esse, le Resolutiones, pubblicate nell’estate dell'anno successivo.
Lutero vi espone il suo pensiero non solo sulle indulgenze, pomo iniziale della discordia, ma anche su temi centrali della fede cristiana quali la penitenza evangelica (che è la conversione quotidiana del cuore e della mente), il perdono dei peccati (che si ottiene per sola fede), i poteri del papa, il vero tesoro della Chiesa (che è la croce di Cristo), la necessità di una riforma della Chiesa (che solo Dio può compiere).
Ovvero, l'essenza del messaggio della Riforma illustrato dalla viva voce di Lutero.
- Dal riconoscimento del cristianesimo ai privilegi e alla critica del potere della chiesa
- Il rapporto chiesa/potere nella Riforma, dopo il Concilio, nella tradizione americana
- Chiesa, potere e società multiculturale, laicità, questioni di genere...
Con l'editto di Costantino del 313, di cui ricorre il 1700esimo anniversario, ai cristiani venne riconosciuto il diritto di professare la propria fede nei territori dell'Impero romano.
La fine delle persecuzioni aprì, tuttavia, la strada al potere temporale della chiesa, che portò con sé grandi disuguaglianze tra le fedi, prima fra tutte quella ebraica, facendo ben presto del cristianesimo e della sua principale istituzione un architrave del sistema di potere dominante.
Il libro ricostruisce il rapporto tra chiesa e potere soffermandosi su alcuni passaggi storici della Riforma protestante nonché sulle "sfide" della società odierna: multiculturalità, questioni di genere, laicità e "pari libertà".
Saggi di:
L. Alfieri, E. Bein Ricco, L. De Giovanni, F. Ferrario, E.E. Green, C. Napolitano, P. Naso, S. Nitti, D. Romano, M. Rubboli, L. Sandri, G. Tourn
Inquisizione: dal Medioevo all'Età moderna
Vittime e istituzione
Il significato istituzionale, politico e sociale di questi tribunali della Chiesa di Roma
Una raccolta di saggi che, con una riflessione di lungo periodo, ripercorrono la storia delle vittime, quella dell'istituzione e, più in generale, dei "tribunali della fede", dei loro rapporti con il potere e della loro influenza coercitiva sulla società.
Dalla quarta di copertina:
Negli ultimi cinquant'anni, la storia dell'Inquisizione è stata più volte riscritta, entrando a pieno titolo nella storia politica e sociale.
Dopo la storia delle vittime si è cominciato a fare una storia dell'istituzione e, più in generale, dei tribunali della fede", dei rapporti con il potere e dell'influenza coercitiva sulla società.
Il volume – che raccoglie gli Atti del XLV Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia – presenta interventi di importanti storici dell'Inquisizione, o delle inquisizioni, in cui, con una prospettiva metodologica innovativa, si propone una riflessione di lungo periodo, dalla giustizia ecclesiastica medievale all'Inquisizione di età moderna.
Oggi il confronto tra medievisti e storici moderni è infatti ineludibile sia riguardo al problema delle fonti sia per una riflessione sul significato istituzionale, politico e sociale di questi tribunali della Chiesa di Roma.
Testi di: Marina Benedetti, Peter Biller, Elena Brambilla, Marina Caffiero, Andrea Del Col, Lucia Felici, Alessandro Guerra, Giovanni Grado Merlo, Riccardo Parmeggiani, Michaela Valente.