"Ma non lo senti com'è stretto il cielo tra la galassia pedemontana e la laguna mondo?"?. A questa considerazione di Marco Paolini (Bestiario veneto) fanno eco le "Cronache dal cielo stretto", raccolta di saggi accomunati dall'esigenza di 'ripensare' il Nordest postmoderno dal punto di vista letterario: cosa si scrive oggi in quella parte d'Italia che va dalla pedemontana, con la sua galassia di piccole industrie, alla laguna di Venezia che si apre, sin dai tempi della Serenissima, al resto del mondo? Com'è cambiato il clima culturale in questo territorio in cui agli anni del miracolo economico si sono susseguiti rapidamente quelli della delocalizzazione e della crisi? Il libro, arricchito da una prefazione di Elvio Guagnini, propone una serie di saggi e interviste ad alcuni scrittori, giornalisti e intellettuali del Nordest (Tullio Avoledo, Massimo Carlotto, Mauro Covacich, Giuseppe O. Longo, Claudio Magris, Paolo Maurensig, Boris Pahor, Paolo Rumiz, Tiziano Scarpa, Pietro Spirito), acuti testimoni che con le loro opere hanno saputo descrivere e interpretare i repentini cambiamenti economici e sociali di un territorio caratterizzato da una pluralità di tradizioni linguistiche e letterarie e da una stratificazione storica straordinariamente complessa.
Il volume affronta il tema di alcune particolari specificità della gastronomia friulana legate alla presenza, nel territorio del Friuli Venezia Giulia, delle comunità linguistiche di origine tedescofona e slavofona che per secoli hanno gelosamente mantenuto la loro lingua, la loro cultura e anche le loro abitudini alimentari. Questi contesti territoriali si caratterizzano per la presenza di molti prodotti tradizionali e di cucine con espressioni di singolare tipicità, tanto da diventare un elemento attrattivo anche dal punto di vista turistico.
Il volume, mediante un'ottica interdisciplinare, analizza la situazione dei sistemi rurali nel contesto evolutivo che connota l'economia mondiale, approfondendo il caso del Friuli Venezia Giulia. I contributi si soffermano sui profondi mutamenti che i sistemi socioeconomici hanno subito nell'ultimo decennio e che hanno contribuito a delineare prospettive future per le realtà rurali locali tutt'altro che scontate e meritevoli di un'attenta analisi. Da un lato, infatti, le risorse finanziarie calanti rappresentano una difficoltà che le aree rurali, e in special modo quelle marginali, sono e saranno costrette a fronteggiare. Dall'altro lato, però, si affacciano nuove opportunità di valorizzazione delle risorse endogene, che rappresentano delle leve per lo sviluppo dei sistemi locali. Dai lavori contenuti nel volume emergono, in particolare, delle indicazioni utili a compiere scelte consapevoli a favore dello sviluppo e della conseguente trasformazione dei territori, secondo una logica di progettualità condivisa.
All'interno della produzione cinematografica italiana le nuove forme del documentario sono ormai da diverso tempo tra le più innovative e vivaci del panorama audiovisivo. Il volume - che ha origine da una serie di giornate di incontri, scambi e discussioni sulle forme del reale nel cinema documentario italiano - si pone come percorso aperto e affronta queste tematiche mediante le esperienze e le riflessioni di teorici, registi e critici, chiamati a discutere e a confrontarsi sulle modalità con cui pensare e fare un nuovo cinema 'per' il reale, un cinema cioè capace di trovare il modo per raccontare e di dare forma visibile ad una realtà in continuo cambiamento. Il volume è frutto del lavoro dell'unità di ricerca dell'Università della Calabria per il PRIN 2008 'Le forme e le pratiche della regia nel cinema italiano contemporaneo'.
In questo secondo volume de "L'arc di San Marc" viene presentata la maggior parte dei contributi editi da don Gilberto Pressacco tra il 1986 e il 1997, il periodo più fecondo della sua ricerca scientifica sulle origini della Chiesa di Aquileia. Chi ci parlerà ancora, in una sintesi così ricca e articolata, di borboròs e descendit in inferna, di arc di San Marc e di Maria Lissandrina, di aplòtes e 'sublime', di issopo, Terapeuti, danze estatiche e liturgiche? L'estrema poliedricità, l'intuizione, la capacità di 'gestire', leggere e maneggiare le fonti archivistiche, la dimestichezza con i più disparati campi della ricerca e del sapere hanno consentito al sacerdote friulano di procedere per strade prima ritenute di ardua percorribilità, di integrare gli orizzonti metodologici, compenetrare le prospettive disciplinari e osare l'interpretazione anche là dove le fonti parevano incerte o reticenti.
L'epistolario riunisce la corrispondenza inviata e ricevuta da monsignor Pio Paschini (Tolmezzo, 2 marzo 1878 - Roma, 14 dicembre 1962), storico della Chiesa, insegnante nel Seminario di Udine dal 1901, dal 1913 docente di Storia ecclesiastica presso il Pontificio Seminario Romano Maggiore e dal 1932 al 1957 magnifico rettore della Pontificia Università Lateranense. Le testimonianze epistolari fino ad oggi reperite in diversi Archivi e Fondi archivistici sono 5.029, i cui regesti sono consultabili nel cd-rom allegato ai due volumi. Per l'edizione cartacea sono stati trascritti 922 testi, 491 selezionati tra quelli inviati da oltre millecinquecento corrispondenti e 431 fra missive e responsive intercorse con il friulano Giuseppe Vale (1877-1950), confratello, amico e confidente. Nell'epistolario è possibile ripercorrere sessant'anni di attività di Paschini, nelle cui vicende biografiche si riverberano gli eventi più significativi del secolo scorso: le due guerre mondiali, il fascismo; il dopoguerra, la ricostituzione dell'Italia, fino a comprendere gli anni della prima Repubblica. Tra i suoi interlocutori in ambito locale, fra gli altri, vi sono: Giuseppe Ellero, Antonio Anastasio Rossi, Giuseppe Nogara, Giovanni Battista Brusin, Pier Silverio Leicht, Vigilio De Grassi; tra quelli italiani ed europei: Angelo Giuseppe Roncalli, Giovanni Battista Montini, Agostino Gemelli, Louis Duchesne, Hippolyte Delehaye, Hubert Jedin.
Dedicato a quel particolare settore della viticoltura di cui è protagonista il vitigno Tocai Friulano, questo volume ne affronta in maniera sistematica ed esauriente sia gli aspetti storici e geografici (non solo in Friuli Venezia Giulia, ma anche nel resto d'Italia e in Europa), che quelli più tecnici, di carattere ampelografico ed agronomico (la coltivazione, il miglioramento genetico, le forme di allevamento, il vivaismo, i dati statistici...), nonché quelli di tipo enologico riguardanti la vinificazione. L'opera è inoltre impreziosita da una raccolta di contributi di alcuni tra i più importanti giornalisti del settore enogastronomico italiano e internazionale e da un ricco apparato iconografico con fotografie d'epoca, schede, etichette, bottiglie storiche.
La formazione professionale nell'ambito del cinema ha contribuito a delineare l'identità del 'mezzo cinematografico' sul piano tecnico, stilistico, culturale e politico. Oggi, tuttavia, tale identità è messa in discussione dalla convergenza tecnologica e dei new media, pertanto la questione se 'il cinema si impara' ha assunto un'importanza decisiva. Come è stato insegnato infatti il linguaggio filmico? In che modo le politiche nazionali e internazionali hanno supportato od ostacolato la formazione? Qual'è il ruolo della tecnologia? Il volume intende ricostruire le relazioni fra trasmissione della conoscenza e ruoli professionali, fra cultura e potere politico, nel cinema.
Nei secoli l'Africa è sempre stata il terreno di scontri e di convivenze forzate, che hanno generato violenze e mantenuto il continente in uno stato di potenziale esplosività, come testimoniano i fatti recenti della Primavera Araba. Questo numero vuole invece scoprire il continente africano come il cuore dell'incontro culturale. Un incontro che segue due direzioni: da un lato, quella degli emigranti che sbarcano a Lampedusa, ad esempio, o che costruiscono narrazioni per richiedere asilo allo Stato italiano; dall'altro, quella degli italiani che in Africa ci sono andati da colonizzatori e oggi ci tornano per progetti di cooperazione. A testi di italiani espulsi dal regime di Gheddafi fanno da contraltare un'intervista sui respingimenti di migranti nel Mediterraneo, autobiografie inedite, analisi antropologiche. L'Africa è "un pianeta sconosciuto", secondo Joseph Conrad, che si può capire soltanto se ci si mette in ascolto.
Il volume indaga il concetto di archivio e delle pratiche archivistiche dei materiali audiovisivi (filmici, video e digitali). Partendo dalla definizione di Jacques Derida, l'archivio è visto non solo come il luogo dove vengono depositate le fonti, ma anche come il luogo dove da queste scaturisce la legge e dove essa prende dimora. I saggi affrontano l'analisi dell'archiviazione dell'audiovisivo attraverso diversi assi di ricerca: il peso e l'azione degli attori, dei soggetti, delle norme preposte all'organizzazione e alla conservazione del materiale audiovisivo; il confronto tra modalità di strutturazione e di accesso ai documenti; la verifica di come queste influenzino l'interrogazione e, di conseguenza, la definizione delle possibilità dell'immagine. Alcuni testi indagano, inoltre, il ruolo svolto della tecnologia digitale nella ridefinizione delle pratiche d'archivio e di organizzazione dei saperi. Il quadro che ne deriva dimostra come l'archivio costituisca un luogo, discorsivo ancorché fisico, di contestazioni dialettiche e conflittuali di pratiche genealogiche e dispositivi di potere, che determina la forma e la modalità di accesso al presente del regime del visibile.
Saverio Tutino (1923-1911) è stato partigiano, giornalista, scrittore. Da inviato speciale ha intervistato personaggi come Mao Tze Tung e Fidel Castro. Ha vissuto nei Paesi delle grandi ideologie di sinistra, le ha viste all'opera, ci ha creduto. Non è mai venuto meno all'impegno civico e allo spirito critico della sua formazione. La fede nelle idee si è poi trasformata in interesse per le persone che le incarnano e per i loro percorsi individuali: da qui nasce la sua ultima grande opera, l'Archivio Diaristico Nazionale (ADN) di Pieve Santo Stefano, che conserva memorie di gente comune nelle cui traiettorie personali la storia si snoda e si ricompone. "Primapersona", rivista semestrale dell'ADN da lui fondata e diretta, gli dedica questo numero speciale, pubblicando stralci di diari e istantanee di Saverio, oltre alle testimonianze scritte di alcuni dei suoi amici più stretti, come Oliviero Beha, Pietro Clemente, Duccio Demetrio, Aldo Garzìa, Giorgio Frasca Polara, Philippe Lejeune, Stefano Malatesta, Dacia Maraini, Gianni Minà, Nanni Moretti, Mario Perrotta, Lidia Ravera, Corrado Stajano, Alfredo Reichlin.
Il volume contiene le riflessioni di accademici, magistrati e organismi di uguaglianza sulle sfide che l'orientamento sessuale e l'identità di genere pongono al diritto contemporaneo. Nato dalla conferenza "Eguaglianza e giustizia. I diritti delle persone LGBTI (lesbiche, gay, bisessuali, trans e intersessuate) nel XXI secolo" tenutasi a Firenze nel maggio 2011, il testo affronta, in particolare, questioni che riguardano le coppie LGBTI come la libertà di movimento, il mutuo riconoscimento, la genitorialità e le successioni. Comprende contributi in inglese, italiano e francese.