Il tema economico sta a cuore a Papa Francesco, in quanto dalla gestione concreta della attività produttiva dipende la sopravvivenza della intera umanità e della realtà ambientale. Il Papa spesso ha indicato la necessità di correggere le storture di una economia che si fonda esclusivamente sul profitto, sull'idolatria del successo e del denaro. Quando questo viene applicato, socialmente si instaura una economia dello scarto: pur di guadagnare si escludono persone e popoli, si riducono i diritti dei lavoratori, si peggiora la loro condizione, si sfruttano le risorse naturali senza criterio, si investono somme spaventose di denaro in armi sottraendole ai bisogni fondamentali delle persone. Una economia così strutturata genera morte. In nome del Vangelo della libertà e fraternità, Papa Francesco ci indica invece un percorso per costruire una economia della vita piena per tutti.
Il tema della sofferenza e del dolore anche innocente è attuale più che mai. Guerre, malattie, epidemie, soprusi e ingiustizie: il dolore resta un mistero, così come lo scandalo di un Dio che si lascia ferire. Il saggio di don Agnelli ricostruisce un itinerario teologico che parte da quel Dio incarnato che partecipa nella croce ai dolori dell'umanità, per giungere a ridisegnare i sentimenti di Gesù. Un approccio esegetico che ricapitola in un'antropologia cristiana ispirata alla misericordia e all'amore per il prossimo la risposta necessaria e inevitabile alla sofferenza.
Questo libro vuole aiutare i cristiani a comprendere quanto la difesa della vita, in tutte le sue forme, inglobi di diritto anche la realtà ambientale, vista come creazione e dono del Dio vero, Trinità d'amore e sorgente della vita. L'enciclica Laudato sì di Papa Francesco, ci offre in questa direzione, indispensabili indicazioni. Il libro è realizzato con una copertina non plastificata.
Il libro "Vita fuoco passione divina. Istanze profetiche in Primo Mazzolari" intende rendere omaggio alla figura di questo straordinario sacerdote parroco, scrittore, e uomo toccato nell'intimo dallo Spirito, in occasione del sessantesimo anniversario della sua morte avvenuta il 12 aprile 1959. La visita di Papa Francesco alla sua tomba il 20 giugno 2017, è stato il gesto che ha confermato la caratura profetica della "tromba dello Spirito Santo in terra mantovana" come lo definì un altro papa, San Giovanni XXIII. La straordinaria capacità di sintesi tra parola di Dio e vita e tra Vangelo e storia, sono state le linee portanti del suo essere stato pastore con l'odore della pecore e profeta di pace e fraternità, rendendo credibile la "rivoluzione cristiana".
Oscar Arnulfo Romero, l’Arcivescovo ucciso nel 1980 a San Salvador, va verso la beatificazione. Ciò che sostenne la sua coscienza di pastore, profeta, credente e salvadoregno, disposto a difendere i diritti umani sino al dono di sé, fu la chiarissima percezione della necessità della liberazione dal peccato come radice di ogni altra liberazione.
Cristo era, nella sua riflessione, colui che porta alla liberazione integrale e che non permette di nascondere il conflitto e le responsabilità storiche, ma che invita tutti alla conversione.
Romero sostenne fino alla morte il suo servizio al Vangelo, specialmente verso i poveri, illuminando l’azione pastorale della chiesa nella denuncia dei mali storici e sociali.
Papa Francesco ci fa profeticamente capire che Gesù è Figlio del Dio che compartecipa alle sofferenze dei sui figli, in modo speciale per quelli impoveriti, torturati, scartati, vittime di sistemi di peccato che lacerano la dignità umana e distruggono l'ambiente in cui viviamo. Egli dunque ci invita a seguire le orme di Gesù, proclamandolo nella fede, ma lottando con lui per liberare l'umanità dall'ingiustizia e follia delle armi, ad annunciare la paternità di Dio accanto alle vittime che egli ama di amore di predilezione.
La figura di Mons. Romero è ancora da molti ricordata ed amata, nonostante il trascorrere degli anni. Ciò che sostenne la sua coscienza di pastore, profeta, credente e salvadoregno, disposto a difendere i diritti umani sino al dono di sé, fu la chiarissima percezione della necessità della liberazione dal peccato come radice di ogni altra liberazione. Cristo risultava essere, nella sua riflessione, colui che porta la liberazione integrale, che non permette di nascondere il conflitto e le responsabilità storiche, ma che invita tutti alla conversione, partecipando in pienezza del dono dello Spirito offerto dal Risorto, tramite i sacramenti, indispensabili per la vita del credente. Romero fece propria una cristologia integrale per sostenere la sequela dei credenti al servizio dei poveri e sofferenti ed illuminare l'azione pastorale della chiesa nella denuncia di mali storici e sociali.