Quasi paradossalmente le teorie dell'Antropocene stanno riportando l'attenzione sull'uomo, sulla sua "natura" e storia, sul suo rapporto con la terra che abita. Dopo un periodo di latitanza, ricompare l'indagine dell'antropologia filosofica con un'attenzione più o meno accentuata alle questioni poste dalle scienze e soprattutto dalla tecnica e dalla ragione digitale. Diventa indispensabile ancora una volta "definire" l'uomo, perché è in atto, anche se non del tutto decifrabile, una vera e propria "rivoluzione antropologica". Con riferimento a questo duplice contesto i saggi qui raccolti, un mosaico incompleto, intendono riaffermare rispetto ai paradigmi naturalistici la singolarità umana sul filo del ricupero della dimensione simbolica nella sua più ampia articolazione e di una riflessione sul fatto primitivo del potere e delle sue molteplici esplicazioni. In ogni capitolo, specialmente in quelli dedicati al corpo, si pongono alcune premesse per un'apertura all'alterità e all'ulteriorità.
Dove si trova oggi il potere? Ha ancora senso cercarlo negli spazi della politica, della vita militare e del mondo imprenditoriale, cioè negli ambiti con i quali è stato tradizionalmente identificato? Il filosofo Oreste Aime esprime l'idea che il potere vada cercato nella finanza e nella tecnica e, in particolare, nel loro intreccio. Sia l'una che l'altra, infatti, condividono la tensione alla crescita senza limiti perché il denaro vuole moltiplicarsi e la tecnica espandere la sua potenza.
Fenomenologia ed ermeneutica, filosofie del senso, sono in difficoltà a trattare la questione della forza, elemento chiave emerso in particolare dalla "scuola del sospetto" (K. Marx, S. Freud, F. Nietzsche). La filosofia riflessiva di Paul Ricoeur ha tentato di farlo, anche se questo non è il motivo prevalente del suo lungo ed articolato percorso di pensiero. I saggi qui raccolti, che si collegano tra di loro sul filo di questo importante e non molto indagato rapporto, si occupano pure di alcune altre rilevanti e in qualche modo collegate questioni: il simbolo e il soggetto, il potere e il riconoscimento, il delitto e la pena. La peculiarità del pensiero di Ricoeur appare, poi, ben più delineata se colta in dialogo con quella di altri grandi filosofi e pensatori (E. Levinas, C. Taylor, R. Girard, J. Derrida). L'atto di lettura teorizzato da Ricoeur è così in grado di guidarci anche nei punti estremi e nevralgici del religioso, del tragico e dello spirito.
Nelle prime pagine del "Don Chisciotte" di Cervantes, il curato e il barbiere si alleano per tentare di salvare dalla pazzia il loro stimato concittadino, mandando al rogo gran parte dei libri della sua nutrita biblioteca. L'episodio concentra allusivamente un'ampia serie di domande. È necessario leggere romanzi? È un passatempo innocuo o pericoloso? Altre letture non sono forse più importanti? Perché si avverte la difficoltà della critica a recensire la tematica religiosa? È disattenzione, sufficienza, censura? I teologi leggono romanzi? Che tipo di romanzi? E che genere di lettori sono? A queste domande si cerca di rispondere con un'indagine che si propone di far dialogare il romanzo e la fede, in una conversazione che ospita la critica letteraria, la filosofia e la teologia.
La filosofia del Novecento, nonostante l'apparenza contraria, è ricca di interesse per la religione, anche quando ne prende distanza. La ricostruzione di alcuni momenti di tale vicenda si dispone in queste ricerca secondo il modulo indicato dal titolo: il circolo tra fede e ragione, tra teologia e filosofia, ma anche la loro dissonanza che non è stridore ma ancora una volta conoscenza dei limiti e delle possibilità.
L'eredità che riceviamo dalla fenomenologia, dall'ermeneutica e dalla decostruzione ci è oggi indispensabile per far fronte al compito di tracciare i rapporti tra la ragione e l'universo religioso e, davanti a nuovi scenari e sfide, all'incombenza non conclusa di pensare la religione e il cristianesimo in tutto il ventaglio delle loro valenze.
"È giunta, ormai, l'ora di andare, io a morire, voi a vivere. Chi di noi vada a miglior sorte, nessuno lo sa, tranne dio". Così si chiude l'"Apologia di Socrate", una delle prime grandi riflessioni su che cosa sia la morte. E Paolo di Tarso, scrivendo ai Corinzi, domanda: "Dov'è, o morte, la tua vittoria?". Passano i millenni, ma l'interrogativo continua ad accompagnarci: che cos'è la morte? E perché ci spaventa? "Per chi suona la campana"? ci guida attraverso la storia dell'uomo e grazie alla letteratura, alla filosofia, all'arte e alle religioni ci fa scoprire come nei secoli sia stata percepita la morte fino ad arrivare a oggi, alla morte ostentata quotidianamente dai mass-media. E proprio oggi, la morte è diventata oscena, ovvero non rappresentabile per quello che è realmente. È in qualche modo scomparsa, ha smesso di far parte del corso della vita. Grazie a questo piccolo e agile libro di Oreste Aime, invece, è possibile tornare a riflettere su questo mistero, difficile, quasi incomprensibile, sia che ci riguardi personalmente sia che tocchi gli altri.
Uno studio inedito e di grande spessore, una lettura complessiva del pensiero di Paul Ricoeur. Paul Ricoeur (1913-2005) e ormai quasi unanimamente considerato un grande della filosofia della seconda meta del Novecento. Il libro tenta una lettura complessiva del suo pensiero. Questo studio privilegia l'approccio tematico della sua opera e tiene in considerazione anche i capitoli meno frequentati (l'azione, la storia, il politico, l'estetica) nell'orizzonte del suo svolgimento diacronico e nella polarita che la riflessione orchestra tra il momento del senso e quello dell'essere. In dialogo con altri saperi la filosofia, domanda dell'uomo e sull'uomo, nel porta a espressione la fondamentale capacita, eticamente responsabile e drammaticamente vulnerabile.
La presente miscellanea è un omaggio della Sezione torinese della Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale (con la collaborazione anche di altri docenti) al suo moderatore, l’Arcivescovo di Torino Cardinale Severino Poletto. «In sequela Christi» è il motto episcopale del Cardinale Poletto ed è anche il titolo che si adatta meglio di altri alla qualificazione di questo libro.
L’impostazione dell’opera si propone di orientare l’attenzione ai grandi motivi che ispirano l’azione pastorale del Cardinale. Nella successione dei contributi sono rinvenibili importanti tessere di un mosaico di riflessioni su fattori determinanti per quella programmazione pastorale che l’Arcivescovo Cardinale Poletto promuove fin dal suo ingresso in diocesi. Gli autori di queste pagine pongono le loro riflessioni e i loro studi a servizio di quell’impegno che, insieme al Vescovo, coinvolge tutte le componenti della vita ecclesiale.
Una guida essenziale allo studio della religione in tutta la sua complessità. Della religione, al singolare e al plurale, vuol dare un'informazione ampia, corretta e attendibile, ispirata per quanto possibile a un criterio di interdisciplinarietà (scienze della religione e delle religioni, filosofia, teologia). I primi tre capitoli, di carattere informativo, descrivono il fenomeno religioso, le discipline che l'hanno studiato e l'atteggiamento che l'accompagna. Gli ultimi due si propongono l'elaborazione di una chiave interpretativa antropologica e teologica