Libertà è un passaporto stretto in pugno che schiude le porte di una nuova vita; è una sciarpa dai colori sgargianti che puoi finalmente indossare senza temere censure; è un ombrello che ti aspetta a braccia aperte sotto la pioggia. Ognuno dei passeggeri sul volo diretto da Dubai a Londra ha una sua verità in proposito, racchiusa in un sogno o in un segreto. E come ogni aereo, anche quello è uno scrigno di storie: distinte e parallele finché una turbolenza, quasi fosse la mano del destino, non arriva a intrecciarle. A imbattersi l'uno nell'altra in quei momenti di concitazione sono: la bella e fragile Lamis, recentemente divorziata dal ricco marito iracheno; Nicholas, giovane inglese esperto di arte islamica; l'esuberante Amira, marocchina dalla dubbia reputazione; Samir, travestito libanese che viaggia con una scimmietta nascosta in una cesta. Se ad avvicinarli è il caso, a unirli molto più profondamente sarà la ricerca di un senso di appartenenza nella metropoli inglese, che spalanca opportunità e al tempo stesso innalza barriere di solitudine. In una Londra dove la possibilità di rifarsi una vita è reale tanto quanto il rischio di essere sempre trattati come estranei, saranno l'amicizia e l'amore a sostenere l'insolito quartetto. E a farli sentire finalmente a casa. Un romanzo che parla di integrazione e identità, esilio e riscatto. Un ritratto vivace e originale della nostra società multietnica, attraverso le storie di chi è costretto ad attraversare oceani...
Difficile per Zahra, giovane libanese, volersi bene quando i primi a non darle affetto sono stati i genitori: il padre, autoritario e brutale, sempre pronto a biasimarla, e la madre, che per anni si è servita di lei, bambina, per coprire i suoi incontri clandestini con l’amante. Difficile per lei rispettare il proprio corpo o provare piacere quando quel corpo è stato usato senza amore e ora fa di lei una donna “immorale”.
Stretta in una morsa tra la famiglia soffocante e un matrimonio sbagliato, che non le ha aperto la tanto sperata via di fuga, Zahra si chiude sempre più in una solitudine muta e autolesionista, mentre il suo disagio viene bollato come pazzia.
Finché, nella Beirut martoriata dalla guerra civile, ritrova inaspettatamente se stessa e la libertà. E questo grazie all’incontro con un cecchino, uno degli uomini senza volto che dall’alto dei tetti decidono in maniera arbitraria dei destini altrui. È nel rapporto con quel “dio della morte” che Zahra riscopre in maniera paradossale la vita. È in quella relazione clandestina, iniziata come violenza e continuata come ossessione irrinunciabile, che conosce a suo modo l’amore e la speranza nel futuro. Ma potrà essere solo una pace fragile, segnata com’è dal senso di colpa e dall’incubo di quei tempi folli.
Le cicatrici sul corpo di Zahra sono quelle di un paese devastato; il grido nella sua mente, quello di ogni donna oppressa; il suo ritratto, un romanzo dirompente sugli effetti irreversibili della violenza.
Kamila ha solo undici anni quando, con l’inganno, la sua famiglia la promette in sposa al cognato rimasto vedovo, di diciotto anni più vecchio. Sogna ancora di poter andare a scuola come gli altri bambini, anziché lavorare e occuparsi delle più umili faccende domestiche. Sogna il grande amore, come le protagoniste dei film romantici che vede di nascosto nei cinema di Beirut. E lo incontra davvero, l’unico amore della sua vita: Muhammad, un giovane colto e premuroso, che sembra proprio l’eroe di un film, le recita poesie e apprezza la sua curiosità e la sua esuberanza.
Tuttavia, compiuti quattordici anni, il destino di Kamila si compie. Per quanto gridi e si dimeni, si strappi il vestito bianco e si cosparga il viso di fuliggine, non può sottrarsi a quel matrimonio da tempo combinato. Ma con la stessa ostinazione con cui si è sempre ribellata a chi la considerava una bestia da soma solo perché nata povera, ora non si piega alle tradizioni che la vogliono completamente sottomessa perché nata donna. Dando scandalo, continua a incontrare in segreto Muhammad. Finché, sfidando la famiglia e la morale, chiede e ottiene il divorzio. Una decisione straziante, che le costerà il distacco dalle figlie: uno strappo che tenterà per tutta la vita di ricucire.
Il ritratto affascinante di una donna che con coraggio e tenacia ha ribaltato un destino di sottomissione. Il toccante atto d’amore di una figlia che, dando voce alla madre che l’ha abbandonata, si riconcilia con la sua memoria.