Il Nome di Dio è misterioso e quindi ineffabile. Non possiamo dargli un nome. Sarebbe come conoscere la sua persona, che rimane inconoscibile. Eppure possiamo “chiamarlo”, possiamo invocarlo, rivolgerci a lui: possiamo dargli un nome.
Alberto Mello (Biella 1951), monaco di Bose e biblista, ha vissuto a lungo a Gerusalemme. Unisce alla conoscenza delle Scritture la passione per la sapienza di Israele. Presso le nostre edizioni ha curato alcuni classici della tradizione ebraica e ha redatto vari commenti biblici.
"Una legge mediata dalla profezia" (P. De Benedetti), questo è il filo rosso seguito dal nostro autore nel rileggere l'ultimo libro della Torà, parola non vuota ma che anzi è parola di vita. Il Deuteronomio ripropone al popolo dell'esodo il patto con Dio, lo riattualizza spiegandone il senso, esortando anche a noi a stare sulla soglia della terra promessa in ascolto della parola di Dio. Il commento, arricchito da una nuova traduzione integrale del testo e dall'apporto di riferimenti alla tradizione ebraica, riporta alla luce le numerose perle racchiuse in questo libro antico e sempre rivolto all'"oggi" dell'essere umano.
"Possiamo dire che le parabole sono la dimostrazione antropologica che Cristo era davvero uomo, perché conosceva la vita nei dettagli futili del qui e ora, perché gli erano familiari paesaggi concreti, la polvere delle strade e le acque limacciose del Giordano, perché sapeva il sapore del vino e il gusto dell'acqua del pozzo. Perché aveva un'esperienza del mondo che può avere solo chi vi ha vissuto nelle contingenze particolari del presente" (dalla Prefazione di Franco La Cecla). In questo volume, Alberto Fabio Ambrosio offre al lettore una lettura inedita di alcune tra le più belle parabole dei Vangeli, dalla perla preziosa al buon Samaritano, dal banchetto di nozze al figliol prodigo.