Alzare gli occhi al cielo e osservare le stelle, interrogarsi sulla materia, il tempo e lo spazio, indagare il cosmo e il suo mistero - insomma, parlare con Margherita Hack - non è solo intrattenersi in un'amabile conversazione sull'astronomia ma, soprattutto, ricollocare la nostra posizione nel mondo: non solo in senso fisico, ma anche in rapporto al ruolo dell'uomo nell'universo. Tutto ciò significa, pertanto, osare un'interpretazione ulteriore per compiere qualche passo in più nella nostra dimensione umana. Una dimensione che - come si leggerà in questo volume - ha una relazione talmente diretta con la finitezza e il dato materiale di cui slamo tutti composti, da costringerci a una vera e propria opera di modestia: presupposto per affacciarci al "conosci te stesso" di socratica memoria con qualche elemento di presunzione in meno e, forse, un po' di consapevolezza in più.
Chi non ricorda le Lezioni americane di Italo Calvino? Chi non ricorda i suoi richiami alla chiarezza, alla leggerezza, alla rapidità, all'esattezza, alla visibilità, alla molteplicità? In un certo senso, le riflessioni di Furio Colombo contenute in questo libro sono le sue lezioni americane: una composta lectio di intelligenza dell'Italia attraverso lo spettro dell'esempio americano. Furio Colombo fa parte di quella borghesia illuminata che ciascuno vorrebbe tirare per la giacchetta, ma ognuno avverte inalienabile alle proprie categorie. Il suo percorso procede all'insegna di un marchio torinese che ne fa un maitre à penser difficilmente riconducibile a una specifica area ideologica e altrettanto poco indicabile come pensatore trasversale. Nessuna trasversalità, infatti, nel suo rivestire incarichi di volta in volta vicini all'area liberale di un Sartori o di un Montanelli oppure, viceversa, al centrosinistra di matrice antiberlusconiana. Piuttosto una linearità intesa a tener fermi i paletti di quella che qui chiamiamo, senza indugi - poiché a questo allude, in definitiva, la sua lectio - civiltà.