“La vita di Antonio divenne un vangelo vivente e splendente, perché egli non deviò mai dalla meta prefissata: obbedire alla volontà del Signore”. Così Matta el Meskin presenta quell’asceta “secondo il vangelo” che fu il padre dei monaci, non solo nell’ Egitto del iv secolo, ma in tutta la tradizione d’ oriente e d’occidente. E di questa radicalità evangelica sono permeati gli scritti che di Antonio possediamo. Vengono qui pubblicate per la prima volta in italiano le venti lettere di Antonio trasmesseci dalla tradizione araba: da esse emerge la figura di un uomo animato dallo Spirito, docile alla parola del Figlio, sottomesso al Padre, un uomo capace di attirare a sé discepoli e di generarli a Cristo. In queste lettere si avverte la presenza dello Spirito di fuoco che, quando pone la sua dimora nel credente, gli infonde “notte e giorno una gioia celeste tale che, pur essendo ancora nel corpo, questi sarà come chi è nel Regno”.