Un libro senza figure? Che noia. Se un libro è senza figure non c'è niente da guardare. Ci sono solo le parole. Però le parole, se le dici, sono suoni. Rumori. Voci. Versi. E se un libro è senza figure ma è pieno di voci e di tutto il resto si può sapere che razza di libro è? Questo qui. "Il libro senza figure" a prima vista è un libro muto e vuoto. Per accenderlo, riempirlo, animarlo ci vuole un bambino - se sono parecchi è anche meglio - più un grande che si prenda il tempo di mettersi comodo e leggere ad alta voce tutto, ma proprio tutto quello che c'è scritto. E qualcosa, si può starne certi, succederà. Età di lettura: da 5 anni.
"Con le sue trasvolate atlantiche, Balbo ha fatto fare un passo avanti all'umanità. A chi ancora obiettasse che si trattò di un'impresa fascista, occorre per forza rispondere come rispose nel dopoguerra il sindaco di Chicago all'ambasciatore italiano che gli chiedeva di cambiare il nome alla strada dedicata a Balbo: 'Perché, non ha trasvolato l'Atlantico?' Nuovo interesse ha anche l'attività del Maresciallo dell'Aria divenuto governatore della Libia. Certo non per questo si pensa di rivalutare il colonialismo o di denigrare la decolonizzazione. Va però riconosciuto, anche alla luce di quanto avviene oggi, in Italia e in Europa, che Balbo seppe intuire con grande anticipo, e spesso risolvere con altrettanto grande sensibilità, per i tempi, i problemi che sarebbero sorti nelle società multirazziali, multiculturali, multireligiose. Modernizzatore e innovatore, fascista passato a un liberalismo autoritario, unico fra i gerarchi che preferiva gli Stati Uniti alla Germania, e unico a opporsi concretamente alle leggi razziali, tutto ciò non basta a mettere Balbo nel Pantheon dei grandi italiani del Novecento, zavorrato com'è dalla responsabilità di avere 'inventato', ovvero organizzato, lo squadrismo fascista e di avere contribuito più di tutti a portare Mussolini al potere. Ma qui si pretende soltanto di dare a Balbo quel che è di Balbo." (Giordano Bruno Guerri)
Gli italiani e la Chiesa, Roma e il Papa: una coppia che, un po' per amore e molto per forza, sta insieme da oltre duemila anni. Gli italiani devono alla Chiesa una parte della loro fortuna e una più gran parte, forse, della loro sfortuna: la Chiesa li ha protetti dai barbari ma li ha più tardi lasciati per secoli disuniti e in mano a padroni stranieri; la Chiesa li ha educati ai valori cristiani e li ha diseducati ai valori civili. Giordano Bruno Guerri affronta il tema da laico, ma con grande rispetto per chi ha creduto e crede (ma non per chi ha fatto e fa finta di credere). E ha brillantemente ricostruito, da storico, una affascinante vicenda che da San Pietro a Berlusconi attraversa tutti i grandi crocevia della nostra storia: dai Comuni alle lotte tra guelfi e ghibellini, dal Rinascimento alla Controriforma, dalla decadenza del Seicento e Settecento all'Unità d'Italia, fino alla seconda Repubblica. Una dopo l'altra scopriamo le origini di tante nostre vicende e comportamenti, anche attuali, che si penserebbero lontanissimi dalla religione.
Maria Goretti era una bambina di appena undici anni resa ancora più piccola, nel fisico e nella mente, dalle spaventose condizioni di povertà e ignoranza in cui viveva, nelle Paludi Pontine, agli inizi del Novecento. L'assassino era un ragazzo di nemmeno vent'anni che non riuscì a violentarla e che la uccise per pazzia o per sfuggire, con la prigione, a una vita bestiale nella palude. Sulla base dei documenti del processo penale e della causa di canonizzazione, Giordano Bruno Guerri ricostruisce la storia di santità sollecitata prima dalla reazione ultracattolica, poi favorita da Mussolini per dare una santa locale alle paludi bonificate, infine decisa da Pio XII per fornire un esempio di virtù in un "secolo corrotto e corruttore". Questo saggio fornisce un ritratto potente dell'Italia contadina di un secolo fa e penetra per la prima volta nei meccanismi terreni che presiedono le cause dei santi. Nella premessa, scritta dopo le clamorose reazioni del Vaticano e le grandi polemiche suscitate dal libro, Guerri valuta inoltre l'atteggiamento della società italiana in una situazione di conflitto con la Chiesa e analizza la "politica dei santi" di Giovanni Paolo II.
E' con il suo diario da ragazzo, non ancora scrittore che Singer scopre la sua vocazione a narrare, a reinventarsi la favola della vita nella miseria e nell'angustia del ghetto di Varsavia. Singer, emigrato negli Stati Uniti nel 1935, quando in Europa cominciava a soffiare la tempesta hitleriana, rivive con dolcezza, arguzia e forza una lontana stagione della sua vita.