Alle glorie della nuova era globale si contrappone la solitudine dell'uomo comune: la socialità è incerta, confusa, sfocata. Si scarica in esplosioni sporadiche e spettacolari per poi ripiegarsi esaurita su se stessa. Per porre un freno a questo processo occorre ritrovare lo spazio in cui pubblico e privato si connettono: l'antica agorà, in cui la libertà individuale può diventare impegno collettivo. Postfazione di Alessandro Dal Lago.
La perdita di una concezione del mondo ha determinato nell'etica e nella pratica politica contemporanea la spinta ad affrontare i problemi morali seguendo criteri diversi da quelli imposti dalla modernità, dettati dalla scelta di riempire il vuoto lasciato dalla supervisione morale della Chiesa con un codice di regole razionali che gli uomini potessero apprendere e rispettare. Bauman elabora la sua scelta critica postmoderna a partire dall'aporia conseguente a questa scelta, definita dall'impossibilità di separare e al tempo stesso conciliare l'autonomia degli individui e l'eteromania della persone. Attraverso la reinterpretazione di quelli che presenta come i contrassegni della condizione morale (l'ambivalenza, la non-razionalità, l'incertezza, la non-universalità), egli perviene a una visione dell'etica basata sul riconoscimento del carattere incondizionato e illuminato della responsabilità morale.
Alle glorie della nuova era globale si contrappone la solitudine dell'uomo comune: la socialità è incerta, confusa, sfocata. Si scarica in esplosioni sporadiche e spettacolari per poi ripiegarsi esaurita su se stessa. Per porre un freno a questo processo occorre ritrovare lo spazio in cui pubblico e privato si connettono: l'antica agorà, in cui la libertà individuale può diventare impegno collettivo. Postfazione di Alessandro Dal Lago.