"Se io fossi un contemporaneo di Gesù, se fossi uno degli undici ai quali Gesù, nel giorno dell’ascensione, ha detto “lo Spirito Santo verrà su di voi e riceverete da lui la forza per essermi miei testimoni in Gerusalemme e in tutta la Giudea, la Samaria e fino all’estremità della terra” (At 1,8), dopo essere andato a salutare la madre, Maria, nell’atto di congedarmi dai fratelli, sapete cosa avrei preso con me? Innanzitutto il bastone del pellegrino e poi la bisaccia del cercatore e nella bisaccia metterei queste cinque cose: un ciottolo del lago; un ciuffo d’erba del monte; un frusto di pane, magari di quello avanzato nelle dodici sporte nel giorno del miracolo; una scheggia della croce; un calcinaccio del sepolcro vuoto. E me ne andrei così per le strade del mondo, col carico di questi simboli intesi, non tanto come souvenir della mia esperienza con Cristo, quanto come segnalatori di un rapporto nuovo da instaurare con tutti gli abitanti, non solo della Giudea e della Samaria, non solo dell’Europa, ma di tutto il mondo: fino agli estremi confini della terra."
Don Tonino riformatore sociale. Del Sud. Anzi, l'ultimo grande riformatore sociale del Mezzogiorno che ha infranto le regole del buon costume episcopale, frantumato le sbarre invisibili dell'esclusione sociale, sovvertito l'ordine dei valori dominanti. Come tutti i grandi riformatori ha misurato la fatica del cambiamento prima sui problemi concreti, strutturali. La casa, la dissocupazione, il disagio, la criminalità, lo sviluppo. La polvere e la strada. E poi le cose che non si toccano, la cultura, le relazioni. Lo scetticismo. Le coscienze. Essere vescovo al Sud è difficile. Don Tonino lo sa. E lo impara, come testimoniano queste pagine nelle quali sono raccolte, per la prima volta riflessioni ancora oggi di straordinaria lucidità sulle più significative esperienze in cui si è imbattuto. Come vescovo.
«Pace a voi!» Sono le primissime parole pronunciate da Gesù il giorno di Pasqua, davanti alla comunità dei discepoli. Ora, se le ultime parole di un moribondo vanno prese come un testamento e custodite con la venerazione che si deve alle reliquie, le prime parole del Risorto vanno accolte con tutta l'attenzione che si deve ai manifesti programmatici. Ecco perché la chiesa, dal giorno di Pasqua, ha un compito preciso: annunciare la pace. Questo è il suo progetto politico, questa la sua linea diplomatica, questo il suo indirizzo amministrativo: la pace.
Destinatari
Tutti coloro che desiderano fare della propria vita una testimonianza della pace.
Autore
Don TONINO BELLO, fu vescovo di Molfetta dal 1982 fino alla morte avvenuta nel 1993; dal 1985 fu presidente della sezione italiana del movimento internazionale 'Pax Christi'.
Preparare la via al Signore e aprire i suoi sentieri e togliendo gli ostacoli che si frappongono all'incontro con Gesù. Questo l'intento di don Tonino, vero innamorato di Dio, un Dio che viene ad abitare in mezzo a noi, per essere sempre presente nel Pane eucaristico e per parlarci con la Parola della sacra Scrittura. Le meditazioni di don Tonino sul Tempo di Avvento e di Natale, hanno accenti di commozione e di poesia, ma intendono soprattutto smuovere il cuore di pietra, che ognuno scopre di avere, per poter accogliere degnamente il Salvatore.
Destinatari
Per chi è disposto a meditare sul mistero di Dio incarnato e soprattutto è pronto a disporre mente e cuore all'accoglienza di chiunque, a cominciare dai più piccoli.
Autore
Mons. Antonio Bello (1935-1993) ha indicato con la parola, con gli scritti e la testimonianza un sentiero di rinnovamento autentico della vita cristiana, basato sull'attenzione e la disponibilità al servizio.
"Quello della pace è il discorso teologico più robusto e più serio che oggi si possa fare, perchè affonda le sue radici nel cuore del ministero trinitario". Se infatti pace è "convivialità delle differenze", dobbiamo concludere che "pace" è la definizione più vera del mistero principale della fede, in cui si contemplano tre Persone uguali e distinte che siedono attorno al banchetto dell'unica natura divina. Di qui, il compito storico di saper stare insieme a tavola. Non basta mangiare: pace vuol dire mangiare con gli altri.
Analizzando il contenuto dei verbi proposti nell'icona biblica del Buon Samaritano, don Tonino rilancia con forza l'esortazione a vivere la carità «con viscere di misericordia»: occorre prendere coscienza che i poveri esistono ancora, fasciarne le ferite, rimuovere i meccanismi che generano sofferenza, liberare dal bisogno, lasciarci evangelizzare dagli ultimi. Al cospetto del povero il Signore Gesù si sente stringere il cuore, si commuove e agisce in suo favore. Don Tonino ci invita a fare altrettanto.
Destinatari
Quanti hanno a cuore il bisogno dei poveri e vogliono dare un senso ai loro gesti di carità.
Autore
Mons. Antonio Bello (1935-1993) ha indicato con la parola, con gli scritti e la testimonianza un sentiero di rinnovamento autentico della vita cristiana, basato sull'attenzione e la disponibilità al servizio del povero.
C'è, nel Vangelo di Giovanni, un trittico, scarno, essenziale, ma molto pregno, di espressioni che da sole basterebbero a sostenere il peso di tutta la 'teologia del servizio'. Esse delineano compiutamente la missione della chiesa e l'identità ministeriale del sacerdozio, illustrando la complementarietà della stola e del grembiule. Le tre espressioni sono: «Si alzò da tavola», «depose le vesti», «si cinse un asciugatoio»
Destinatari
Tutti coloro che vivono e si riconoscono nella chiesa.
Autore
Mons. Antonio Bello (1935-1993) ha indicato con la parola, con gli scritti e la testimonianza un sentiero di rinnovamento autentico della chiesa, basato sull'attenzione e la disponibilità al servizio del povero.
Su tematiche come la gratuità, il ruolo del volontariato, il rapporto tra carità e giustizia, il legame tra annuncio e testimonianza, i poveri come maestri di vita': dove non può spingersi la puntigliosa analisi esegetica, arriva invece il racconto «per parabole». Proprio al modo dei Vangeli; proprio come richiede e forse esige la civiltà contemporanea, basata sulle immagini. Le parabole chiariscono un'idea senza alterarla, spiegano una verità senza banalizzarla, evocano un'icona biblica per attualizzarla. Sono come «sentieri minori», che però portano dritto al cuore di Cristo.
Destinatari
Tutti.
Autore
Mons. Antonio Bello (1935-1993) con la sua testimonianza di vita prima di tutto, ma anche con i suoi scritti ha tracciato e suggerito un itinerario di rinnovamento personale interiore. Spesso, come Gesù nel vangelo, per spiegare e far comprendere la verità, si è servito di parabole.