"Sono apparso alla Madonna è l'esperienza e la frase che Carmelo ha scelto come titolo e come vertice della sua prima autobiografia. Una frase che non ha mai amato ripetere - lui che amava repertoriare e ribadire le sue battute migliori - ma che tutti invece ripetono quando pensano a Carmelo. La ripetono avversari o complici - è lo stesso - come fosse il massimo della provocazione o della dissacrazione, spesso dimenticandosi (gli uni e gli altri) che Carmelo è sì il campione teatrale della libertà ma anche il maestro della verità del teatro. E in verità e in teatro non ha senso ripetere una frase come quella, poiché 'sono apparso alla Madonna' non è mai stato un dire ma un fare di Carmelo Bene, un evento che ha segnato il corpo del suo attore e il corpus delle sue opere: apparire alla Madonna è diventato complemento della sua grazia e compimento del suo genio." (Dalla Postfazione di Piergiorgio Giacché)
La storia del burattino più famoso del mondo interpretata da Carmelo Bene: una favola senza tempo rivive nella drammaturgia di un grande autore e interprete. Fedele al testo di Collodi, Carmelo Bene allestisce la sua versione del Pinocchio per l'inaugurazione del Teatro Laboratorio di Roma, nel 1961. Lo spettacolo ebbe un tale successo che venne più volte replicato nei decenni successivi, a teatro e in radio, fino a diventare una versione televisiva per la Rai nel 1999.
"Meglio non veder niente ma sentire come si deve" raccomandò Carmelo Bene a chi assisteva all'evento "Voce dei Canti", di cui fu protagonista nel 1998, nel bicentenario della nascita di Giacomo Leopardi. Un documento video di quasi tre ore. Un laboratorio orale in divenire, proprio una scuola necessaria, giacché "non insegnandosi più il verso, da noi, il calo di qualità e di talento è ormai irrimediabile. L'orecchio se n'è andato", disse Carmelo Bene.