Vince la poesia, in questa raccolta dove forte è l'intreccio con narrazione e antropologia. A unire le parti, la storia di Giovanni, nato in montagna, cresciuto senza un padre e trasferitosi a Milano per ragioni di studio. Diventato ormai medico, sposa Anna, come lui laureata in medicina, e insieme lasciano che il loro primo figlio sia frutto della scienza. Ma quel bambino nato, quando ancora gattona, un mattino d'inverno muore sepolto nella neve... Una parabola sull'oggi che proietta nel domani, in una riflessione su tecnologia e scienza. "Non abbiamo a che fare con una poesia 'commentata', e tanto meno con una poesia, decorativa, da tappezziere. È uno sguardo sul fare poetico, una visita in incognito nel laboratorio del poeta. Così si impara che la poesia nasce sempre dalla vita, ma non è la vita" (Cesare Cavalleri).
256 versi che accompagnano il lettore lungo la strada - a volte in salita, a volte piana e ricca di suggestioni, sempre aperta a passi ulteriori - di una "piccola storia della conoscenza". Parole nelle quali la denotazione - quel che di per sé la parola dice - gioca con la connotazione - cioè con il suo significato nascosto - in un chiaroscuro a tratti sapienziale, a tratti ludico.