La preghiera, proprio perché accompagna il cristiano per tutta la vita, dall'infanzia alla morte, cambia forma, anzi implica dei mutamenti a seconda delle età. Ma ciò che è determinante è che non venga mai meno, che non ci si stanchi di pregare, che si preghi sempre e in ogni situazione. Può darsi che il Signore ci faccia la grazia di diventare vecchi e di arrivare a un'intensità spirituale in cui sembra di non pregare più ma che le nostre persone stesse siano diventate preghiera, come avvenne a san Francesco d'Assisi. In ogni caso, che si sia piccoli o anziani, dotti o semplici, per pregare basta semplicemente dire a Dio: «Abba! Papà caro!». E al Figlio: «Gesù Signore, vieni!». Basta questo per dire che lo Spirito prega in noi e che in noi per grazia c'è l'arte della preghiera.
Il Padre nostro è la preghiera che Gesù consegna ai suoi discepoli, il modello di ogni preghiera cristiana.
Attraverso la domanda: “Venga il tuo Regno” (Mt 6,10), chiediamo che il regno di Dio si manifesti e raggiunga il suo compimento; la sua signoria nelle nostre vite è azione di salvezza e di liberazione dalla schiavitù degli idoli falsi. Il regno di Dio è già presente nella nostra storia, ma in modo ancora incompiuto, come un seme. C’è spazio per la domanda e il desiderio: che il Signore faccia nuove tutte le cose (Ap 21,5). Il cristiano, come pellegrino in cammino verso un cielo nuovo e una terra nuova, coltiva in sé questo desiderio del Regno: è dono che investe la nostra responsabilità di accoglierlo nella vita quotidiana.
È compito di ogni generazione cristiana, e di ogni cristiano in ogni generazione, riprendere il cammino della preghiera, ridefinire la preghiera non tanto astrattamente quanto vivendola. Come recita un famoso adagio "Se sei teologo, pregherai veramente; se preghi veramente, sei teologo" (Evagrio, La preghiera), sei cioè una persona che tende a quella conoscenza intima e penetrante di Dio capace di plasmare la propria vita quotidiana.
Il ruolo dello Spirito Santo nella preghiera, nonostante tanti approfondimenti, è ancora tutto da conoscere. Il testo è corredato di splendide preghiere allo Spirito Santo, divina Presenza che abita il cristiano nelle profondità più segrete del cuore.
Superando i confini confessionali, il libro vuole seguire l'ispirazione di poeti diversisimi tra loro, e tuttavia accomunati da una tensione metafisica e spirituale irriducibile, anche quando si tratta di preghiere legate a occasioni o a liturgie particolari. Ecco gli inni di Simeone, il nuovo teologo, o quelli di Ilario di Poitiers, la preghiera del mattino di un Anonimo siriaco, le benedizioni della liturgia ebraica per passare all'inevitabile S. Francesco, ai sonetti di Shakespeare, arrivando fino a Verlaine, Kierkegaard, Rilke. Il volume si articola in diverse sezioni che comprendono preghiere di religioni differenti ma sempre all'interno del mondo culturale cristiano.