Un incontro interdisciplinare tra teologia e saperi a partire da una comune riflessione sul dato antropologico del mangiare. Osservava Simone Weil che, quando possediamo la bellezza, non desideriamo altro, ma ad un tempo desideriamo qualcosa di piu, senza assolutamente sapere che cosa: vorremmo entrare dentro la bellezza, vorremmo nutrircene. La bellezza, pero, si offre solo al nostro sguardo: il dolore piu grande e allora che guardare e mangiare siano due operazioni diverse. Nel mistero dell'Eucaristia la tradizione cristiana riconosce pero una Bellezza che non solo si offre allo sguardo, ma pure si dona per essere mangiata. In queste pagine biblisti, liturgisti, filosofi e letterati si confrontano su un tema centrale per l'esistenza e la vita cristiana.
La questione del corpo è uno dei luoghi di più chiara emergenza della irruzione di una complessità troppo a lungo trascurata. Nelle scienze empiriche e in quelle matematiche, ma anche nella filosofia e persino nella teologia, troppo a lungo si è ritenuto che fare scienza, produrre conoscenza, significasse di necessità fare a meno del corpo. Questa pretesa non può farci dimenticare che il nostro rapporto con noi stessi, con gli altri e con le cose non è mai immediato e non è mai del tutto neutro. Non siamo pure interiorità che si rapportano a pure esteriorità, ma siamo un impasto di interiorità ed esteriorità, di dentro e di fuori, di spirito e corpo. Teologi, filosofi , storici, antropologi e filologi si confrontano su una questione cruciale per la nostra epoca.