Dopo i volumi sui vizi capitali (2013), le opere di misericordia (2014), i doni dello Spirito Santo (2015), le beatitudini (2016) che raccolgono la singolare e felice esperienza delle prediche al «Festival dei Due Mondi» di Spoleto ecco il quinto sulle parabole. Ogni parabola di Gesù è una risposta in forma di racconto. Chi non conosce le più significative: il padre misericordioso, il buon samaritano, la pecorella smarrita, la dramma perduta, il fariseo e il pubblicano, il seminatore, il giudice iniquo e la vedova importuna e... i frutti dell'albero (Lc 6-39-45). Quante volte le abbiamo ascoltate e ogni volta esse ci aprono a una comprensione rinnovata e più profonda della nostra vita. La Parola di Dio contiene sempre delle sorprese, come dice Gregorio Magno: «La Bibbia cresce con chi la legge». In fondo è l'esperienza che può fare ognuno di noi quando si dedica alla meditazione della Sacra Scrittura.
Sette autori scrutano chi siano i poveri in spirito, quelli che sono nel pianto, quelli che hanno fame e sete della giustizia, i miti, gli operatori di pace, i puri di cuore, i misericordiosi. Le beatitudini, definite anche "manifesto della felicità", sono una sfida all'uomo moderno, un invito a mettersi in ascolto di una parola "nuova", non necessariamente "alla moda". Ma tutto ciò ha ancora significato per chi vive nel terzo millennio?