Uno dei motivi che spingono oggi ad approfondire il tema del Presbiterato è dato dall'attuale carenza di sacerdoti, che ormai obbliga la Chiesa a trovare delle soluzioni a questo problema. Nel contesto di questi tentativi, uno dei temi che maggiormente attrae l'attenzione degli interessati è il celibato ecclesiastico. Il volume offre uno studio sul significato dato dal Vaticano II al termine "celibato ecclesiastico" e sulla ricchezza dei suoi contenuti. Partendo dalla Costituzione dogmatica sulla Liturgia Sacrosanctum Concilium - il primo documento conciliare -, l'Autore segue lo sviluppo che questo tema ha avuto nel Concilio soprattutto con la Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen Gentium e il Decreto Presbyterorum Ordinis, l'ultimo atto del Concilio che vi formula in modo organico il suo pensiero sul celibato ecclesiastico, con particolare riferimento al Presbiterato. L'autore sottolinea il grande merito che deve essere attribuito al Concilio Vaticano II nel collegare il celibato sacerdotale a tanti elementi teologici che normalmente vengono trascurati nei dibattiti tra gli interessati al tema, mentre sono essenziali per la retta comprensione del rapporto Presbiterato/celibato.
Quando si dice che un prete non si può sposare, che cosa veramente si intende? La disciplina del celibato e quella della continenza perpetua traggono origine da una legge posteriore oppure si fondano su una pratica vissuta fin dal tempo degli apostoli? Complessivamente, quanto il tema del celibato è intrecciato e forse confuso con il tema della continenza? In che misura esiste nella Tradizione una pratica della continenza perpetua da parte degli sposati, una volta introdotti all’ordine sacerdotale?
Si rimarrà sorpresi nel constatare che l’accento principale non è posto dall’autore sul celibato sacerdotale e sulle sue concrete realizzazioni nel tempo, ma sulla continenza sacerdotale, praticabile e praticata, e sempre richiesta dalla Chiesa cattolica sia ai celibi che ricevono gli ordini maggiori sia agli sposati che ricevono il Diaconato.
Mons. Cesare Bonivento (Pime) è missionario in Papua-New Guinea dal 1981 e dal 1992 è vescovo della diocesi di Vanimo, al confine tra la Papua-Nuova Guinea e l’Indonesia. Nella sua attività pastorale ha dato sempre grande rilievo alla formazione del clero locale, arricchendo la sua diocesi sia del seminario minore che del seminario maggiore. Accademicamente si è formato a Friburgo (Svizzera), dove si è laureato nel 1972. La sua tesi di laurea in ecclesiologia missionaria venne pubblicata nel 1976 con il titolo Sacramento di unità. Si è particolarmente dedicato alla catechesi, essendo stato il direttore dell’Istituto di catechesi Missionaria della Pontificia Università Urbaniana negli anni 1977-1981. (e-mail: bonivento@online.net.pg)