Il volume ripercorre brevemente la storia della spiritualità dalle origini del cristianesimo ai giorni nostri, soffermandosi sui personaggi più rilevanti e sul contributo da essi offerto alla vita di fede del proprio tempo.
Testimoni dell'Invisibile e dell'Ineffabile, i mistici sono come degli esploratori che, entrati nella comunione delle divine Persone, sono poi tornati indietro a riferire ciò che hanno visto e udito, con un linguaggio che deve necessariamente fare uso di similitudini, metafore, analogie, invenzioni di figure letterarie. In realtà, ciò che più si avvicina a esprimere l'Ineffabile sono la musica, la poesia, le arti plastiche e figurative, che traducono con un linguaggio tutto proprio l'esperienza mistica, nata nell'anima sotto l'impulso dello Spirito.
Aprire lo spazio del confronto tra la fedeltà a un carisma istituzionalizzato come quello di Teresa d’Avila e l’interpretazione creativa nell’oggi della storia è un’operazione rischiosa, ma da farsi. Può portare fuori strada, se non avviene sotto la guida fantasiosa dello Spirito per rispondere alle sfide lanciate dalla società odierna, oltre che dai nuovi orizzonti della teologia e della teologia della vita consacrata. Come figli di Teresa di Gesù abbiamo un’identità e un’appartenenza a un’istituzione che non possiamo svendere né sostituire per restare in superficie confusi e smarriti. È alla riscoperta di questa identità e del carisma fondazionale di Teresa di Gesù che intendo dedicarmi in questo lavoro, lasciando intenzionalmente che sia Teresa a raccontare di Teresa. La narrazione che la Santa fa della sua esperienza di vita attinge il proprio soggetto da Dio che le parla e verte sulla sua personale esperienza. Appunto per questo, il percorso narrativo non procede più dalla Parola di Dio a Teresa, ma da questa a Dio che le parla, spingendola a raccontare le meraviglie che egli ha compiuto nella sua vita.
«L’Autore di questo libro, scrutando con intelletto d’amore gli scritti spirituali della carmelitana Elisabetta della Trinità, ne ha evidenziato il ricco contenuto teologico e ha saputo offrirci pagine di studio avvincenti, tali da suscitare il desiderio di accostare direttamente l’opera della giovane mistica del Carmelo di Digione, beatificata nel 1984 da Giovanni Paolo II. (…) L’esperienza di Elisabetta ha avuto un notevole influsso sulla spiritualità del XX secolo, e giustamente l’Autore la vede come una profezia della vita cristiana per il presente e per il futuro» (dalla Prefazione di M. Anna Maria Cànopi).
Il libro è uno studio storico-teologico sulla consacrazione secolare, cioè quel modo assunto da laici e laiche di vivere la fede in Cristo come «scelta di una dedizione totale a Dio vissuta nella città degli uomini, nella piena secolarità». L’autore svolge le proprie analisi facendo abbondante ricorso alla Scrittura e ai testi del Magistero. La spiritualità degli Istituti Secolari è interpretata dall’autore come «modo di vivere la verginità-celibato per il Regno, la povertà e l’obbedienza nel cuore della storia, nella condivisione della sorte comune degli uomini, vivendo le esigenze profonde e crocifiggenti della sequela di Cristo, senza segni distintivi, cioè senza manifestare apertamente la propria scelta se non attraverso una testimonianza di vita».