La vicenda dell'uomo (1903-1977) che si è battuto per dare rifugio, assistenza e speranza ai lebbrosi di tutto il mondo.
Presentación de José Luis Illanes, prof. emérito de la UNAV.
«Hay que rechazar el prejuicio de que los fieles corrientes no pueden hacer más que limitarse a ayudar al clero, en apostolados eclesiásticos. […] El modo específico de contribuir los laicos a la santidad y al apostolado de la Iglesia es la acción libre y responsable en el seno de las estructuras temporales». (San Josemaría Escrivá, Conversaciones,n.59, 303 [1968]).
«El clericalismo lleva a la funcionalización del laicado […]. Muchas veces hemos caído en la tentación de pensar que el laico comprometido es aquel que trabaja en las obras de la Iglesia y/o en las cosas de la parroquia o de la diócesis y poco hemos reflexionado cómo acompañar a un bautizado en su vida pública y cotidiana; cómo él, en su quehacer cotidiano, con las responsabilidades que tiene se compromete como cristiano en la vida pública. Sin darnos cuenta, hemos generado una élite laical [...] y hemos olvidado, descuidado al creyente que muchas veces quema su esperanza en la lucha cotidiana por vivir la fe». (Francisco, Carta, 19-3-2016).
Vicente Bosch Cano (Valencia, 1955), sacerdote, es licenciado en Derecho y doctor en Teología. Imparte cursos de espiritualidad laical y presbiteral como profesor extraordinario de Teología Espiritual de la Pontificia Universidad de la Santa Cruz (Roma). Ha publicado una treintena de artículos especializados y voces de diccionario, además de los libros: El concepto cristiano de «simplicitas» en el pensamiento agustiniano (2001), Servo buono e fedele. Scritti sulla figura di Mons. Álvaro del Portillo (2001) y Llamados a ser santos. Historia contemporánea de una doctrina (2008). Actualmente es director de la revista Annales Theologici, publicada por la Facultad de Teología de la que es profesor.
Muovendo dallo studio dei rilievi del prodigioso tempio giavanese di Barabudur (IX secolo), Bosch ci accompagna, attraverso una lussureggiante selva di richiami simbolici, fino al cuore della concezione indiana del mondo: Hiranyagarbha, il Germe d'oro del Rgveda, il principio unico della vita. Emerso dalle acque primordiali come pianta di loto, partecipe delle essenze opposte di Soma e di Agni, Hiranyagarbha diviene l'albero cosmico rovesciato, asse dell'universo, nel quale scorre il rasa, l'Acqua della Vita che anima e accomuna tutti gli esseri - animali, uomini e dèi. Così, i motivi che ai non iniziati potevano sembrare decorativi si rivelano carichi dei più profondi significati metafisici e religiosi. Guidato da un mirabile intuito per le immagini e da una rara familiarità con le fonti iconografiche e letterarie, Bosch ricostruisce la cosmologia che plasma non solo ogni forma dell'arte e dell'architettura indù e buddhista, ma anche la religione, il mito, la nozione stessa dell'uomo e della vita propri dell'India antica.
Biografia di Massimiliano Kolbe, testimone del nostro tempo che donò la sua vita per salvarne un'altra vita.
"Il metter mano a un nuovo corso di Storia Sacra parrà certamente a taluno fatica inutile, mentre ne esistono già tanti da poter soddisfare ogni condizione di persone. Così pareva anche a me, ma postomi a far l'esame di quelli che maggiormente vanno per le mani dei giovanetti, ebbi a convincermi che molti sono o troppo voluminosi, o troppo brevi, e spesso ancora per sfoggio di concetti e di frasi perdono la semplicità e la popolarità dei libri santi. Altri poi omettono quasi interamente la cronologia, di modo che l'inesperto lettore può difficilmente accorgersi a quale epoca appartenga il fatto che legge, se più si approssimi alla creazione del mondo, oppure alla venuta del Messia. Quasi in tutti poi s'incontrano espressioni che a me sembrano poter destare men puri concetti nelle mobili e tenere menti dei fanciulli."
Marina ha diciannove anni e una vita molto complicata. Sua madre è morta, e suo padre, un uomo prepotente e autoritario, si è risposato con una donna odiosa che la tratta come Cenerentola. L'unica ragione che la trattiene dal fuggire da casa è il fratellino Filippo, che Marina cerca di proteggere da quella famiglia dissestata a colpi di affetto e ironia. Il suo grande sogno è quello di entrare all'Accademia delle Belle Arti, essendo dotata di un incredibile talento per il disegno, ma non potendo permetterselo, l'unico modo di stare il più vicino possibile a quel mondo è lavorare al bar davanti all'Accademia, dove può osservare gli studenti che fanno la vita che vorrebbe lei e a peggiorare la situazione è innamorata cotta di Christo, uno studente brasiliano bello e scapestrato che viene a fare colazione da lei tutte le mattine senza degnarla di uno sguardo. La sua vita non potrebbe essere più frustrante se si escludono i momenti in cui si chiude in camera a disegnare senza sosta ascoltando i Temper Trap estraniandosi totalmente da quel mondo cupo e senza speranza. Finché un giorno arriva Nic.
A diciotto mesi di distanza dal volume sesto dell'epistolario di don Bosco, viene ora pubblicato il volume successivo, il settimo, contenente 441 lettere scritte nel biennio 1880-1881, di cui 151 totalmente sconosciute sia alle Memorie Biografiche, sia all'Epistolario di Eugenio Ceria.
Le lettere in francese sono ventinove, otto quelle in latino. Alle 441 lettere elencate in ordine cronologico vanno poi aggiunte le 26 attestate, ma di cui si conosce solo sommariamente il contenuto (Appendice I) e quella scritta da don Bosco, ma firmata da altra persona (Appendice II).
Lo sfruttamento del territorio, specie in aree di particolare valore, ha fatto nascere l'esigenza di riformulare gli abituali approcci al progetto. Se lo sviluppo urbano della città diffusa, delle sue infrastrutture, delle sue reti genera sempre più paesaggi compromessi, quali sono le possibili strategie per trasformare, allargare, cambiare l'abituale rapporto tra abuso del suolo e inutilizzo del sottosuolo? Partendo dall'analisi di precisi ambiti geografici, il volume pone l'accento sulla dicotomia tra esigenze diffuse di sviluppo e rispetto del contesto, sugli aspetti psicologici del vivere sottoterra, sull'utopia e la realtà di una architettura che può e deve essere risorsa.
La cuestión ética resulta en nuestros días más apremiante que nunca. Junto a la abundancia de medios materiales y tecnológicos, emerge la pregunta por el valor de lo humano en cuanto tal. Sabemos que nuestras acciones deciden el curso de la historia, la evolución de nuestra sociedad. Para orientarse en tan intrincada situación resulta muy útil acudir a los clásicos. La ética de Aristóteles no se centra en el castigo ni en el deber, sino en la bondad. En este libro se expone, de modo sencillo, una ética así: una ética amable.
Magdalena Bosch (Igualada, 1969) Estudió Filosofía en la Universidad de Barcelona, obteniendo Premio Extraordinario de Licenciatura (1992). Realizó el Doctorado en la misma universidad (Metafísica de la Intencionalidad, 1996). Desde 1998 es profesora de Filosofía de la Facultad de Humanidades de la Universitat Internacional de Catalunya. Actualmente imparte las asignaturas de Ética y Estética.
Profilo biografico del giovane indio "aspirante salesiano" che scelse come modello Domenico Savio. Nato nel 1886, modello di equilibrio ed esemplare nell'impegno della carità, morì a 19 anni nel 1905 ed è stato dichiarato "Beato" l'11 novembre 2007. Questo libretto illustrato ne tratteggia una rapida e avvincente biografia.
La vita di Orietta Bosch è segnata da vicende drammatiche e dolorose quasi ininterrotte, alle quali riesce a far fronte senza mai perdersi d'animo, pur vivendo momenti di disperazione e di sofferenza pressoché indescrivibili che, per effetto dell'autenticità e della limpidezza del racconto, finiscono inevitabilmente per coinvolgere il lettore. Come riesce ad affrontare difficoltà immense e momenti di angoscia e di dolore così grandi? Con l'aiuto di presenze spirituali affettuose, pur nel mistero della dimensione parallela cui appartengono, che l'accompagnano, la sostengono e la proteggono. Non c'è superstizione o ritualità di alcun tipo nel suo racconto, solo un grande amore, una grande fede, una grande dedizione nelle cose di tutti i giorni, senza bigottismo né rancore esasperato. Questa seconda edizione è stata riveduta e migliorata nell'aspetto grafico, con l'aggiunta di un inedito finale.
Nella Bibbia le "forme di aggregazione sociale" - e i relativi "termini" che le contengono - sono molto importanti e assumono varie accezioni, da quelle più semplici, come il nucleo familiare (o anche le specie animali), le varie aggregazioni sociali ecc., a quelle più ampie e complesse come la configurazione dei popoli e addirittura degli imperi. Tutto questo fa parte della concezione biblica della "creazione", nella quale Dio ha posto gli esseri in forme sociali, da quelli inanimati a quelli animati, fino alla coppia umana. Ma nel tessuto biblico riscontriamo anche le aggregazioni malefiche, capaci di portare a scontri feroci e tragiche soluzioni, anche mortali, come la persecuzione dei profeti nell'AT e la morte di Gesù nel NT. Tuttavia, detto questo, occorre tenere conto poi della diversa mentalità che si riscontra nei testi biblici nella stessa terminologia, che può riscontrarsi rispetto ad altri contesti e culture.