2010, tutta Italia si appresta a celebrare i 150 anni dell'Unità nazionale e quattro amici decidono di farlo con un'iniziativa insolita: rispolverando i fasti della Società Nazionale di Psicoatletica, sorta a Torino nel dicembre 1860, «la più antica istituzione italiana consacrata ai grandi viaggi a piedi», partiranno per un lungo itinerario dall'Alto Adige alla Sicilia, dalla Vetta d'Italia, il punto più a nord del Paese, fino a Capo Passero, il più meridionale: 2191 chilometri da percorrere in tre mesi. Su strade e sentieri, attraverso boschi e città, faranno incontri, accoglieranno volti, accenti, storie, scopriranno conflitti dimenticati. Ma soprattutto si porranno ancora una volta le domande di sempre, sui misteri dell'amore e dell'amicizia, sul legame con il proprio passato e la propria terra.
Bologna, anni Ottanta: Tommy Bandiera, orfano di padre, cresce con la mamma Alice e la famiglia di lei. I racconti dell'avventuroso zio Ianez, i giochi condivisi con gli amici Athos e Selva fra cortile e parrocchia, e le prime, timide, relazioni con le coetanee scandiscono le tappe della sua crescita sino alla sconvolgente apparizione del vero amore. L'impareggiabile Ester, però, fa battere il cuore anche al nuovo arrivato Raul, che di Tommy diventerà la guida e la nemesi, il modello irraggiungibile e il "peggiore amico" capace di scortarlo attraverso le prove iniziatiche tutt'altro che innocenti dell'adolescenza. L'asimmetrico triangolo che li lega negli anni delle scuole superiori prenderà via via i colori di una tenera educazione sentimentale e di una conturbante lotta per trovare il proprio posto nel mondo; la meraviglia e la fatica del diventare grandi li metteranno di fronte a scelte non scontate e passi senza ritorno, tradimenti che li sprofonderanno nell'abisso della disperazione e inattese prove di lealtà capaci di riaccendere la fiducia, sino alla grande, incancellabile, avventura che vedrà i tre ragazzi protagonisti nell'estate dei diciott'anni.
Teo ha trentanove anni, un lavoro sicuro, una macchina aziendale e una ragazza diversa ogni weekend. Sta bene, per il momento la vita gli piace abbastanza. Non come suo fratello Max, più grande di tre anni, che è sempre stato radicale in ogni cosa: nella ribellione ai genitori come nella passione per l'alpinismo che lo ha condotto a imprese estreme, nel costruire una famiglia e fare figli, come è giusto, passati i trenta e anche nel divorziare rovinosamente subito dopo i quaranta... Si sono sempre amati, questi due fratelli, e al tempo stesso non hanno potuto evitare di compiere scelte opposte, quasi speculari, sotto gli occhi spalancati e impotenti della sorella e dei genitori, che nella Bologna dei gloriosi anni Settanta e dei dorati Ottanta erano certi di aver offerto loro tutto ciò che serve per essere felici. Teo sta rientrando in città per immergersi in uno dei suoi weekend di delizie da single quando i genitori lo chiamano: Max è scomparso, insieme ai suoi bambini. Così Teo resta alla guida e punta verso le Dolomiti per andare a cercarlo. E, lanciato lungo l'autostrada tra angoscia e speranza, ci racconta tutta la loro vita: dalle gesta di papà Giorgio - dirigente della ditta di motociclette Vortex - e di mamma Adriana - un po' femminista e un po' signora italiana vecchio stile all'epica di un'infanzia felice, dagli anni del liceo all'improvviso momento delle scelte, che per i ragazzi di questa generazione significa trovarsi di fronte un mondo completamente diverso da quello dei padri. Con profondo divertimento e un po’ di commozione, Enrico Brizzi torna al suo più puro talento narrativo dando vita a una grande epopea, che è insieme la rievocazione di un’Italia che non c’è più ma che conosciamo tanto bene e la storia intima di due fratelli diversissimi: che dei due si è illuso? Chi ha scelto la strada migliore? Il legame che da sempre li unisce sopravviverà agli anni della maturità? Ma soprattutto: che fine hanno fatto Max, i suoi bambini, e tutti i sogni con cui siamo cresciuti?
La Numero uno - bicicletta da bambino, telaio laccato bianco, parafanghi e carter in plastica arancione -, la Furia - bicicletta da cross, telaio nero, parafanghi e carter cromati -, e poi ancora la Corsara, la Zaira e tante altre fino alla Bionda - mountain bike da cross country hardtail, ruota da 26", telaio in alluminio, due portaborracce, contachilometri: tutte le biciclette di una vita, quelle che hanno seguito di poco i primi passi, quelle che per la prima volta ci hanno fatto respirare il vento della libertà, quelle che hanno portato sulla canna il primo amore... Enrico Brizzi si racconta, e insieme traccia la linea di un'esperienza che è quella di ciascuno di noi. "In piedi sui pedali" è la storia di una passione, ma anche di un'iniziazione. In equilibrio su una sella, infatti, il giovane protagonista compie le sue prime esplorazioni, partendo dal cortile di casa fino a scoprire la propria città da una prospettiva sorprendente. Nella prima adolescenza, un'età in cui "si sogna anche da svegli", le gare contro gli autobus si trasformano negli infuocati finali di una tappa del Giro, mentre le salite dei Colli possono prendere le sembianze dei "muri" della Liegi-Bastogne-Liegi. Al Liceo la bici diventa il mezzo che conduce ai rendez-vous con le ragazze, e che permette al "Girardengo appena più basso e rock" di alleviare il dolore per la fine della sua storia d'amore. E così via, lungo gli anni, fino ai viaggi ciclo-turistici e alle uscite in mountain bike dei tempi più recenti...
Bologna, anni Settanta: una città "né la più grande, né la più piccola", famosa per la sovranità della sua cucina e la piacevolezza del vivere. È da qui che prende avvio il racconto autobiografico di Enrico Brizzi, da un luogo situato fra la ribalda Terra della Piada e la concreta Terra del Pane: i due emisferi che costituiscono l'infinito paesaggio gastronomico dell'Emilia-Romagna. Un bambino curioso alle prese con i primi, e già familiari, sapori sarà acuto osservatore di sfide all'ultimo boccone tra le zie perennemente in competizione, finché le vicende casalinghe cederanno il passo alla scoperta, esilarante, delle più peccaminose tentazioni da bar: i gelati e le bibite industriali. Divenuto adolescente, si metterà in cerca di avventure, accompagnato da un'improbabile congrega di cuochi esploratori: la temibile squadriglia Coguari. Uno zio con la passione per la retromarcia in curva e per le bettole mefitiche sarà solo uno degli indiavolati episodi che precedono il periodo universitario: anni di improbabili sperimentazioni culinarie e interscambi di prodotti tipici tra studenti. Scopriremo se cento milioni di lire valgono l'adozione del regime nutritivo più rischioso del pianeta, "la dieta del laureando". L'età adulta, gravida di nuove abitudini alimentari, di ingannevoli occasioni professionali e di incontri unici, sarà portatrice anche di domande esistenziali: chi è l'enorme Catatapulci? E cosa mangia uno Psicoatleta? Arricchito, in coda, da un ricettario.
Il narratore e un amico, partiti a piedi da Roma e già in viaggio da quaranta giorni, vengono raggiunti in Svizzera da due compagni che cammineranno con loro per una settimana attraverso le Alpi. L'antico Ospitale fondato da San Bernardo sul Passo che oggi porta il suo nome rappresenta per loro la sommità di una salita lunga giorni e la porta d'italia. Ma quella che sembrava un'avventura on the road assume ben presto i toni di una fuga dalla figura sempre più ingombrante di un sedicente pellegrino, intenzionato ad aggregarsi a ogni costo ai protagonisti. Al salire della quota altimetrica sale anche la tensione degli eventi, fino alla misteriosa sparizione di una giovane scout, della quale ovviamente il pellegrino tatuato è il principale sospettato.