Proseguendo nel grande panorama iniziato con la "Storia sociale della conoscenza", in questa nuova sintesi Peter Burke esplora le trasformazioni che hanno investito il mondo del sapere dalla fine del Settecento a oggi. Dopo aver illustrato le forme peculiari che la raccolta delle informazioni e i metodi per analizzarle assumono nell'età contemporanea, l'autore mostra come, contrariamente all'idea di una continua crescita, l'aumento esponenziale delle informazioni generi anche una perdita di conoscenze e una progressiva frammentazione del sapere. Infine disegna una geografia, una sociologia e una cronologia dei cambiamenti.
In questo breve volume, Burke ripercorre l'evoluzione degli studi sulla storia della cultura a partire dall'Ottocento, ne delinea le caratteristiche attuali e ipotizza i suoi possibili sviluppi futuri. Il volume prende le mosse da due grandi classici ritratti di un'epoca, "La cultura del Rinascimento in Italia" di Burckhardt e "L'autunno del Medioevo" di Huizinga, e segue le diverse incarnazioni della storia culturale nella sociologia (Weber), nella storia dell'arte, nella storia della cultura popolare. Dopo aver trattato della risposta marxista all'approccio culturale, Burke si concentra sulla stagione presente, segnata a partire dagli anni Settanta dall'influenza dell'antropologia e di grandi studiosi come Bachtin, Elias, Foucault e Bourdieu, e caratterizzata dalla messa a fuoco di una vasta serie di tematiche nuove come la storia del corpo, la memoria, la costruzione delle identità individuali e collettive. Infine Burke ragiona sugli sviluppi della storia culturale, ipotizzando che in futuro essa si estenda tra l'altro anche alla storia della politica, della violenza, delle emozioni.
Studioso della cultura rinascimentale, Burke affronta in questo libro la storia delle lingue europee fra l'invenzione della stampa e la Rivoluzione francese. Se ne occupa non da linguista, ma da storico interessato alla relazione fra le lingue e le comunità che le parlano, alle lingue come elemento dell'identità delle comunità (regioni o chiese, mestieri o nazioni). E così approfondito l'uso del latino come lingua delle professioni, della cultura e della chiesa, e vengono discusse l'affermazione delle lingue volgari a spese del latino, la loro standardizzazione a mano a mano che acquistano importanza, l'interazione fra le diverse lingue, che tendono a influenzarsi reciprocamente, e le reazioni puristiche cui ciò dà luogo quando, a partire dal Settecento, le lingue si nazionalizzano. Un contributo originale ed erudito sulla storia culturale e sociale delle lingue europee in età moderna.
Benché in passato i rapporti tra storici e scienziati non siano sempre stati idilliaci, oggi lo scambio tra le due aree si è fatto sempre più intenso e proficuo: la pratica della ricerca storica è così influenzata da concetti, modelli e metodi propri delle discipline sociali, così come queste ultime si sono aperte all'approccio storico. L'autore è stato uno dei protagonisti di questa convergenza. Ora in questo nuovo volume, che testimonia del cammino percorso in questa direzione, Burke allarga la sua visuale al contributo dell'intero campo delle scienze sociali.