Come si difende il diritto alla libertà di fede e alla propria identità contro i tentativi di conversione forzata? Anna del Monte, giovane ebrea romana appartenente a una ricca e colta famiglia del Ghetto di metà Settecento, fu strappata ai genitori e rinchiusa a forza nella Casa dei catecumeni per essere indotta a convertirsi. Anna ci ha lasciato una straordinaria e rara testimonianza della sua esperienza drammatica e della fiera opposizione ai tentativi di farle accettare il battesimo e di “rubarle l’anima”. Astuzia, cultura, capacità di rispondere anche sul piano dottrinale agli argomenti che dovevano intaccarne la fede, rivendicazione instancabile della propria identità ebraica e perfino coraggio fisico sono le risorse messe in campo dalla giovane per riuscire a resistere e a ritornare libera alla famiglia e alla comunità. Storia individuale di una donna fuori del comune, il diario della prigionia rivela anche uno squarcio della lunga e difficile storia dei rapporti tra ebrei e cristiani, narrando con grande potenza stilistica una vicenda di sopraffazione della coscienza e della libertà personale che tuttavia porta fino a noi il messaggio positivo della forza della ragione e della possibile reciproca, rispettosa, accettazione. Il diario si rivela dunque di grande attualità nel richiamare alla riflessione i temi della libertà di espressione e del rispetto dei diritti umani, ivi compresa la differenti scelte religiose.
descrizione
Marina Caffiero insegna Storia Moderna alla Sapienza-Università di Roma. Le sue principali aree di ricerca riguardano la storia sociale e culturale dell’Europa moderna, con particolare attenzione alle problematiche religiose. Ha dedicato uno speciale interesse alla storia di Roma moderna e alla sua peculiare posizione in Europa quale capitale di un potere nello stesso tempo temporale e spirituale. Tra le sue pubblicazioni più recenti: Religione e modernità in Italia, secoli XVII-XIX (Pisa-Roma 2000), La Repubblica nella città del papa. Roma 1798 Con la Viella ha pubblicato Battesimi forzati. Storie di ebrei, cristiani e convertiti nella Roma dei papi.
Quanto, come e cosa scrivevano le donne del passato? Quali sono state le trasformazioni del rapporto delle donne con la pagina scritta? Esiste una specificità della scrittura femminile? Ad almeno alcune di queste domande cerca di rispondere il volume, indagando sulle finalità e sui livelli di consapevolezza con cui le donne di diversi ambienti sociali e culturali hanno utilizzato e vissuto il mezzo della scrittura nella vita privata e pubblica, e analizzando i lunghi processi attraverso i quali le donne sono passate da una pratica della scrittura strettamente domestica a un uso pubblico o addirittura professionale, anche a costo di trasgressioni, diffidenze e controlli.