La certezza del diritto e il culto della legalità sono la trincea presidiata da Piero Calamandrei all’indomani dell’invasione nazista della Polonia. Negli anni oscuri della guerra e della dittatura il giurista si interroga: «il diritto qual è, quello del vincitore o quello del vinto, quello di chi vuol mantenere le proprie leggi, o quello di chi vuol instaurare un ordine nuovo in luogo delle leggi abbattute?». In queste pagine, il testo inedito di una appassionata conferenza di Calamandrei sui confini tra politica e scienza giuridica, ‘diritto libero’ dei totalitarismi e tradizione giuridica romana.
Piero, il giurista liberal-socialista che era stato amico dei fratelli Rosselli e che battezzerà la Costituzione repubblicana. Franco, il gappista che aveva comandato il gruppo di fuoco di via Rasella e che diventerà uno dei massimi dirigenti del Pci. Sembra una storia ispirata alla continuità dei sentimenti e delle memorie, tra generazioni diverse, all'interno di una delle grandi famiglie che ha "fatto" l'Italia nel Novecento. Invece è una storia di incomprensioni, lacerazioni, sofferenze. Le vicende e i tormenti di quel padre e di quel figlio, che avevano ispirato alcune delle più belle pagine di storia scritte da Alessandro Galante Garrone, riflettono una vicenda più vasta: la resa dei conti tra due generazioni di italiani che la guerra e la Resistenza avevano collocato all'interno di uno stesso campo - l'antifascismo - ma quasi ai confini, psicologicamente, politicamente, esistenzialmente lontani gli uni dagli altri. In mezzo, una donna: Maria Teresa Regard, la ragazza dei Gap che Franco conosce nel vivo della lotta e che segnerà l'occasione della definitiva emancipazione.
Dalle pagine di Calamandrei balza un quadro vivacissimo e pieno di realismo, illuminato da un'aneddotica professionale e da una ricca messe di regolette preziose sulla difficile convivenza tra i due banchi dell'udienza: "l'avvocato deve sapere in modo così discreto suggerire al giudice gli argomenti per dargli ragione, da lasciarlo nella convinzione di averli trovati da sé". Calamandrei insiste particolarmente sul motivo della comunanza delle vite parallele: "il segreto della giustizia sta in una sempre maggior umanità e in una sempre maggiore vicinanza umana tra avvocati e giudici nella lotta contro il dolore.
Storia, stato, chiesa e modelli culturali di famiglia.