Un alone di mistero circonda da sempre i fatti accaduti nelle poche, terribili, convulse ore di Dongo. A distanza di anni nessun enigma è stato risolto tranne, forse, grazie a questa indagine di Luciano Canfora, la presenza di Goffredo Coppola (filologo valente della prima metà del Novecento) nella colonna Mussolini e quindi davanti al plotone d'esecuzione. La fine di Coppola è per Canfora l'inizio di una storia ripercorsa a ritroso in cui entrano in scena i protagonisti della vicenda - "mostri sacri" dell'accademia italiana fra le due guerre, da Pasquali a Vitelli, fino alla figura misconosciuta di Medea Norsa - che ruota attorno alla scoperta di un papiro greco di enorme importanza.
Seguendo le sotterranee vicende della "Biblioteca" di Fozio e degli uomini che l'hanno desiderata e inseguita, Canfora ci conduce, nel cinquantennio che separa il Concilio di Trento dalla vigilia della guerra dei Trent'anni, da Venezia alla corte papale, da Toledo ad Augusta ad Anversa. Incontriamo così Diego Harte de Mendoza, ambasciatore di Carlo V a Venezia; il gesuita Juan de Mariana; Isacco Casaubon, la penna più affilata dei riformati; André Schott, le cui peregrinazioni disegnano la traiettoria di un'occulta missione. Ma protagonista è anche la Compagnia di Gesù, di cui vediamo affiorare le trame più segrete: riconquistare l'élite intellettuale; promuovere la censura, senza rinunciare a violarla; scegliere gli uomini in funzione dei fini.