La Chiesa si presenta come un'istituzione che, pur fondata sul ministero della manifestazione di Dio, è costantemente sottoposta allo scorrere del tempo, a processi di trasformazione indotti sia dalle necessità della missione sia dai comportamenti di chi la forma e dagli orientamenti di chi la governa. Essa subisce le incursioni della storia e si sviluppa talvolta guardando al passato e alla sua forma originaria, talvolta proiettando la propria identità nel futuro, prestandosi a tentativi di riforma che implicano mutamenti nei costumi, nella dottrina e nelle strutture organizzative. Il testo analizza il percorso di un'istituzione che per definizione è semper riformando, come si coglie dai tentativi della Riforma luterana, del Concilio di Trento e del Vaticano II, e da quelli oggi messi in atto grazie a Papa Francesco, che chiama tutti i fedeli a diventare protagonisti del rinnovamento che il Vangelo e il mondo attuale richiedono.
Si può ancora parlare di "laici", se il rapporto con il mondo e quindi l'indole secolare è caratteristica di tutta la Chiesa? La figura del laico cristiano è soltanto il frutto di una stagione teologica superata, o rappresenta una modalità tipica di realizzazione della vocazione cristiana? La laicità è un valore in se stessa o è una pura astrazione? Interrogativi a cui, in questo volume, si cerca di rispondere ripercorrendo la storia del modo nel quale i laici sono stati considerati nella riflessione ecclesiologica, per giungere alla conclusione che il laico è una figura teologica del tutto legittima, una forma particolare di realizzarsi della vocazione cristiana.
DESCRIZIONE: La teologia cristiana delle religioni è diventata negli ultimi decenni il crocevia di molte questioni teologiche. Tra queste, sebbene nella letteratura recente sia lasciata al margine, quella della funzione salvifica della Chiesa occupa un posto di prim’ordine. Ciò nonostante, secondo l’opinione vulgata riaffermare la mediazione salvifica universale della Chiesa significherebbe tornare a una forma di imperialismo, incapace di riconoscere che tutte le tradizioni religiose sono per i loro aderenti luogo e strumento di salvezza. In molte riflessioni teologiche, stimolate e pure "arginate" dal Magistero della Chiesa cattolica, sul rapporto tra il cristianesimo/la Chiesa e le religioni ci si è richiamati al concilio Vaticano II (1962-1965), vedendo in esso una svolta. Il "fantasma" si aggirava anche nell’aula conciliare e continua a suscitare interrogativi in molte coscienze: si può sostenere che tutte le tradizioni religiose si equivalgono? Se così è, che ne è della "pretesa" cristiana di aver ricevuto in custodia per tutto il genere umano la rivelazione di Dio compiutasi in Gesù Cristo? Che ne è dell’affermazione, lungo i secoli più volte ripresa e reinterpretata, della necessità della Chiesa per la salvezza? Il dialogo richiede che si rinunci alla coscienza di verità? Siccome il Vaticano ii resta l’intervento più autorevole del Magistero cattolico nell’ultimo secolo, a esso e alle interpretazioni cui è stato sottoposto si presta qui singolare attenzione per verificare se esso permetta le "aperture" che gli si attribuiscono. La consapevolezza che il Concilio non ha voluto rispondere a tutti gli interrogativi posti dall’attuale congiuntura teologica spinge a tentare un’ipotesi di soluzione che tenga conto delle proposte avanzate negli ultimi due decenni e, nello stesso tempo, mantenga il senso della tradizione precedente.
COMMENTO: Una riflessione teologica sul rapporto tra Chiesa cattolica e le altre religioni dopo il Concilio Vaticano II, in particolare sul concetto di salvezza universale.
GIACOMO CANOBBIO, già presidente dell’Associazione Teologica Italiana, è docente di Teologia sistematica presso la Facoltà teologica dell’Italia Settentrionale di Milano e lo Studio teologico Paolo VI di Brescia. Tra i curatori dei «Quaderni teologici», presso la Morcelliana ha pubblicato: Laici o cristiani? Elementi storico-sistematici per una descrizione del cristiano laico (1997); Dio può soffrire? (20062). Tra le sue opere ricordiamo: Chiesa perché. Salvezza dell’umanità e mediazione ecclesiale (San Paolo 1994); I documenti dottrinali del Magistero (Queriniana 1996).