Nel contesto degli studi teologici, la teologia fondamentale svolge un duplice compito: in quanto studio dei fondamenti (del cristianesimo), costituisce un'introduzione alle altre discipline teologiche; in quanto disciplina di frontiera, dialoga con tutte le forme del sapere umano, in primis con la filosofia. L'inscindibile legame della questione teologica e di quella antropologica è analizzato a partire dai fondamenti: la Rivelazione divina e la fede umana, così da illustrare, alla luce dell'evento di Gesù Cristo, il rapporto Dio-uomo, dove «di tutte le virtù la più grande è l'amore» (1 Cor 13,13).
Questo libro intende offrire (agli studenti, ma non solo) un'introduzione all'universo della teologia, presentando il patrimonio contenutistico, linguistico, storico e speculativo della fede cristiana, e precisando altresì il peculiare profilo di sapere della fede (intellectus fidei). Da qui le tappe del percorso: la vicenda semantica del termine teologia e le principali correnti teologiche che hanno caratterizzato le varie epoche. Poi l'analisi del linguaggio teologico, sempre sospeso tra parola e silenzio, linguaggio letterale e simbolico; infine il rapporto tra teologia e verità: i percorsi filosofico e teologico confluiscono nel Cristo, via, verità e vita. Dal Cristo, in cui sono nascosti i tesori della scienza e della sapienza, la teologia si dirama nelle varie discipline. La teologia è la parola che il pensiero umano dice a Dio e su Dio sulla base della parola che Dio dice nella storia, in modo definitivo in Cristo. Un percorso che permette di riconoscere la verità e la bellezza della sentenza di Walter Benjamin: "O si pensa teologicamente, o non si pensa abbastanza".
A cinquant'anni dalla sua apertura e mentre ferve un dibattito anche aspro sul suo significato e sulle sue conseguenze, può essere utile ripercorrere a grandi linee le vicende del Concilio Vaticano II, tornando a riflettere su quell'ampia messe di testi che ne costituisce il frutto durevole. Questo libro persegue in particolare un triplice obiettivo: innanzitutto intende accostarci all'evento, anche con un breve excursus storico sulla Tradizione conciliare della Chiesa. Poi vuole presentare i documenti (costituzioni, decreti e dichiarazioni) offrendo le chiavi ermeneutiche utili per una completa intelligenza dell'unità e della ricchezza del corpus conciliare, che costituisce un atto del Magistero della Chiesa. Infine propone un ripensamento dell'interpretazione del Concilio, per metterne meglio in luce il significato attuale. Lo sguardo dell'autore cerca insomma di tenere insieme la grande Tradizione della Chiesa, le intenzioni di chi ha convocato e portato a compimento questa assise universale, l'asse teologale del corpus testuale e noi, gli attuali ricettori di quello che Giovanni Paolo II ha definito come una bussola per il presente e il futuro della Chiesa. Anziché rompere con la Tradizione, il Vaticano II è la manifestazione fedele e creativa dell'ininterrotto legame che unisce il Gesù venuto (incarnazione, morte, risurrezione), il Gesù che viene (nello Spirito Santo, il tempo della Chiesa) e il Gesù che verrà (parusia, escatologia).