Albert Schweitzer (1875-1965) è fra i primi ad aver pensato la "crisi della civiltà", che affonderebbe nell'Illuminismo e di cui la prima guerra mondiale sarebbe il risultato più che l'origine. Il testo di Cassirer offre i lineamenti biografici e intellettuali che rendono Schweitzer un pensatore sentinella nella cultura del '900 per il suo invito a riflettere sul ruolo della filosofia, a partire dalla critica dei concetti di "ragione" e "etica". Il loro punto di incontro emerge nel primato della "ragione pratica", una razionalità responsabile della vita alla luce della quale si comprende la scelta di Schweitzer di abbandonare l'insegnamento della filosofia per seguire la professione di medico missionario e lo sforzo di Cassirer nell'affermare il valore pratico della filosofia, vale a dire etico, sociale, antropologico.
Ernst Cassirer fu uno dei pochi intellettuali che, negli anni della Repubblica di Weimer, si espresse a favore della Costituzione della Repubblica: il testo qui tradotto è la trascrizione di questa sua presa di posizione pubblica, nel 1928. Vi si respirano gli ideali dell'illuminismo e della Bildung, come formazione del carattere e educazione morale, che furono fondamentali per il processo di assimilazione degli ebrei in Germania. Alla crisi della cultura, della politica e dello Stato di quegli anni queste pagine oppongono il ruolo attivo della filosofia: certo non la sola necessaria, eppure una forza decisiva, a partire dal richiamo alla ragione, non solo per spiegare a posteriori gli eventi, ma per comprenderli e orientarli nel loro corso.
Sono raccolti in questo volume i saggi più significativi della controversia filosofica - apparsa su diverse riviste tedesche tra il 1904 e il 1909 - che ebbe come protagonisti Ernst Cassirer e Leonard Nelson. Nei due pensatori, se comune è l'intento di adeguare l'eredità kantiana allo sviluppo raggiunto dalle scienze, opposto è il metodo attribuito alla filosofia. Abbandonando ogni concezione a priori, Nelson propone di rilevare i principi della conoscenza ricorrendo alla psicologia empirica: così facendo ogni nostra riflessione appare dipendente da una conoscenza immediata, sulla base del principio che ognuno si fida della propria ragione. Cassirer, cercando di superare la cieca fiducia nel dato scientifico, riabilita il metodo trascendentale kantiano: il criticismo si caratterizza come filosofia della riflessione, dove il primato va alla 'funzione' conoscitiva. Oltre a rendere fruibili le singole e analitiche argomentazioni, queste pagine hanno il respiro lungo delle serie indagini filosofiche: occuparsi della teoria della conoscenza e dell'autonomia del dato conoscitivo significa avere per oggetto lo statuto stesso e la finalità della filosofia. Temi che sono all'origine dello stesso dibattito contemporaneo su pensiero e realtà.