Il testo affronta diverse tematiche che devono far riflettere su come certe argomentazioni tendono a porre in essere un modo per "valutare" alcuni strumenti di valutazione, che in qualche modo dovrebbero essere efficaci a dare una attenta lettura all'azioni sociali che predominano la scena dell'azione. Sono ancora irrisolti i temi sull'immigrazione, sul tabagismo, sui modelli di consumi, sul suicidio, sulle violenze familiari e sui bisogni in famiglia; sul tema dei giovani secondo la visione sturziana, ma anche cosa sono le terapie che muovono per il benessere relazionale; e perché no passare da Pelto a Simmel secondo un'argomentazione che tenta di mettere d'accordo l'annoso problema della teoria e della sperimentazione. Il testo offre così degli spunti che rimandano ancora alle continue ricerche dello scienziato sociale: egli è ancora chiamato alle soluzioni di sempre questioni aperte dello Stato Sociale.
Il suo richiamo ad un impegno politico dell'antropologia appare oggi più che mai appropriato. Bisogna tuttavia prima chiedersi se sia legittimo affermare la universalità di valori che sono comunque il prodotto di una particolare storia culturale - a cominciare proprio dalle nozioni di libertà, persona, diritti umani.