Composta in forma di dialogo fra il 434 e il 437, l'opera e' rivolta contro l'eresia cristologica di Teodoro di Mopsuestia e Nestorio, i quali sostenevano che in Cristo vi sono non solo due nature, ma due persone distinte: quella divina e quella umana.
Abilita retorica, chiarezza espositiva, conoscenza degli scritti dei PAdri sono il marchio distintivo della scrittura di Cirillo.
Affascinato dal dogma della divinita di Cristo, Cirillo fa di questo argomento, insieme col tema della salvezza delle anime, il punto principale del suo Commento a Giovanni.
Affascinato dal dogma della divinita di Cristo, Cirillo fa di questo argomento, insieme col tema della salvezza delle anime, il punto principale del suo Commento a Giovanni.
Cirillo si sforza di sostenere la lotta contro le eresie, restando pero sempre diffidente di fronte ai sistemi troppo complessi.
Particolarmente stimolante doveva essere per Cirillo la lettura della Lettera ai Romani, la cui interpretazione offriva il destro per intervenire alle questioni teologiche piu vive del momento.
L'interesse di Cirillo e teso a ricercare nell'Antico Testamento prefigurazioni dell'economia salvifica di Cristo.