«L’essenziale è invisibile agli occhi».
è la rivelazione della volpe al piccolo principe
nel famoso racconto di Antoine de Saint-Exupéry.
Senonché proprio il bambino venuto dallo spazio
incontra il bambino venuto dal cielo, Gesù:
ne rimane profondamente affascinato
e per lui si apre una nuova più grande rivelazione.
L’essenziale diventa visibile nel volto di Gesù,
nelle sue parole, nel suo insegnamento:
l’amicizia con lui genera un «addomesticamento»
tutto particolare, che sconvolge la vita.
Il racconto dei due bambini,
che dialogano vicino al pozzo di Nazaret,
si trasforma così in un nuovo messaggio
rivolto ai grandi, che vogliono diventare… piccoli.
Le note teologiche, che l’autore aggiunge,
sono l’occasione per mettere in fila
le parole più importanti del cristianesimo
in una catechesi essenziale, capace magari
di riavvicinare alla fede chi è divenuto tiepido
e dice di non credere più…
Nell'Anno della Fede ecco tre brevi catechesi per entrare… e per uscire da quella «porta della fede» che Benedetto XVI ha scelto come immagine del percorso che egli propone nella lettera apostolica di indizione.
L'icona della porta - quella della nostra casa, quella della nostra chiesa - bene si presta a sintetizzare la ricchezza della fede professata, conosciuta, celebrata e vissuta.
Con la fede si entra
in una visione del mondo...
per uscire a testimoniarla con la vita in quello stesso mondo, che è già anticipo del Regno di Dio.
C'è bisogno di riportare al centro il mistero dell'incarnazione di Dio, vera e propria cifra dell'annuncio cristiano.
Relegato tra le pieghe della festa del Natale, si riduce, quando va bene, a struggente memoria della nascita di Ges√π Bambino.
Invece lo stupore per un Evento inaspettato che è tuttora presente in mezzo a noi deve far riemergere le domande che ruotano attorno al Dio Uomo: •
Perché Dio si è fatto carne?
•Cosa significa che Dio «diventa» uomo? •
E l'incarnazione è solo «svuotamento» oppure la Vita di Dio nella carne è l'essenza del suo Essere e del suo Amare?
In questo libro - a partire dalle mail scritte da due giovani di oggi e da una <<questione>> che è stata oggetto di vivace discussione nelle scuole e nei monasteri del Medioevo, da Anselmo d'Aosta a Giovanni Duns Scoto - l'Autore non si sottrae a queste domande, proponendo un abbozzo di teologia dell'incarnazione e alcuni schizzi di predicazione.
Natale è una festa capace di accendere i cuori, non solo quelli dei credenti, e di stimolare la letteratura e la poesia.
Anche il filosofo Jean-Paul Sartre che pure non ha mai nascosto il suo ateismo - nel Natale del 1940, prigioniero nel campo nazista di Treviri, scrisse e interpreto un testo teatrale sulla nascita di Gesù.
In quello stesso anno, un altro filosofo, Jean Guitton - una delle menu cattoliche dei Novecento - durante la prigionia compose la sua opera su Maria.
Anche lo scrittore Erri De Luca ha sondato la notte di Natale, raccontandola dalla parte di Maria.
Queste pagine, unite a quelle scritte recentemente dall'Autore, formano in un mirabile intreccio un unico racconto, un vero e proprio «elogio dell'Incarnazione».
Benedetto XVI ci ha invitato ad un «Anno della fede», usando l’immagine della porta. I Padri della Chiesa si sono misurati con la fede cristiana, soprattutto come «porta d’entrata» in una visione nuova del mondo e della vita, nel contesto del paganesimo e del pluralismo religioso dell’impero romano: essi hanno fortemente sottolineato
il ruolo di una fede professata in un «simbolo», un testo che sigillasse l’unità del corpo ecclesiale, e quello di una fede celebrata, in particolare nell’itinerario pasquale del catecumenato.
Ma la fede aveva una grande importanza anche quale «porta d’uscita» in una testimonianza quotidiana, coerente con la fede professata e celebrata: pensiamo in particolare al martirio patito e offerto quale atto estremo di fedeltà.
I Padri della Chiesa ci parlano della fede personale, certo quale dono divino che trascende la natura umana, ma insieme come fondato sull’esperienza dell’umana fiducia. La lettura di alcuni testi patristici sulla fede diviene, quindi, saporoso itinerario che la motiva e la rafforza.
Il curatore
Agostino Clerici, nato a Rovellasca (Como) nel 1959, dottore in filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, sacerdote dal 1991, direttore de Il Settimanale della diocesi di Como (dal 1999 al 2011), è parroco di Ponzate (dal 2003) e cura il blog L’essenziale è visibile (www. agostinoclerici.it). Ha all’attivo numerose pubblicazioni nel campo della patristica e della spiritualità. Con le Paoline ha pubblicato: Il Padre nostro commentato dai Padri della Chiesa (1994), Il tesoro nel campo (2007), Lettera di Gesù Bambino (2007), L’essenziale è visibile (2008), Incontrare il Risorto (2010), Che cosa cercate? Avvento e Natale nel cuore dell’Anno liturgico (2012).
Siamo abituati a pensare all’Avvento e al Natale come all’inizio di un nuovo anno liturgico. L’autore, attraverso le sue meditazioni sulla parola di Dio, vuole abituarci a pensare il Natale (con le settimane che lo precedono) come un vero e proprio centro, e non tanto come un banale inizio. Il primo centro ovviamente è la Pasqua, ma il mistero della redenzione poggia saldamente sul mistero dell’incarnazione.
Questo breve percorso si articola in tre parti.
La prima è un tracciato cronologico che va dalla Prima domenica di Avvento all’Epifania: esso prende le mosse dalla domanda di Gesù a coloro che lo seguono: «Che cosa cercate?»; e trova il suo sbocco nella vocazione alla sequela dei primi discepoli, lungo il mare di Galilea.
La seconda parte è una meditazione sull’itinerario dei Magi, vera e propria icona di una ricerca che trova e di un ritrovamento che mette nuovamente in ricerca.
La terza parte è un breve excursus sull’incrociarsi del Natale con il passaggio da un anno all’altro, che avviene proprio quando la Natività di Cristo raggiunge, da un punto di vista celebrativo, la sua pienezza nell’Ottava del Natale, solennità di Maria Madre di Dio.
Autore
Agostino Clerici, nato a Rovellasca (Como) nel 1959, dottore in filosofia presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano (1985), sacerdote dal 1991, direttore de Il Settimanale della diocesi di Como (dal 1999 al 2011), è parroco di Ponzate (dal 2003) e cura un blog: «L’essenziale è visibile». Ha all’attivo numerose pubblicazioni nel campo della patristica (soprattutto sant’Agostino) e della spiritualità. Per Paoline Editoriale ha pubblicato: Il Padre nostro commentato dai Padri della Chiesa (1994), Il tesoro nel campo (2007), Lettera di Gesù Bambino (2007), L’essenziale è visibile (2008), Incontrare il Risorto (2010).
Con la semplicità che gli è propria,l’Autore,partendo dalla celebre frase detta dalla volpe al principe ne Il piccolo principe di Antoine de SaintExupéry (“Non si vede bene che con il cuore: l’essenziale è invisibile agli occhi”), afferma, in qualche modo ribaltandola, che nel Natale Dio, l’Essenziale, incarnandosi nel neonato Gesù, si è fatto visibile anche agli occhi,oltre che al cuore. Nelle sei brevi meditazioni,esamina in modo originale alcuni testi evangelici:quelli famosi natalizi (nascita di Gesù,i pastori,i magi) e altri altrettanto famosi (la guarigione del cieco Bartimeo,il miracolo di Cana,il prologo del Vangelo secondo Giovanni). Esemplificando con situazioni colte dalla quotidianità e contemporaneità, l’autore sostiene che il Natale è l’occasione per recuperare il delicato tema dell’essenzialità:in questo senso,la scelta dell’essenziale si traduce nel ripetere quotidianamente l’esperienza dell’incontro con Gesù,attraverso l’amore. “Dunque,nel Natale,l’Essenziale – che solo il cuore può vedere – si è reso visibile anche agli occhi. Per quale motivo?... La risposta è una sola, ed è, ancora una volta, il nome stesso di Dio: Amore”.
AUTORE Agostino Clerici, sacerdote e giornalista,dirige il Settimanale della diocesi di Como. Per Paoline ha già pubblicato Il Padre nostrocommentato dai Padri della Chiesa(1994); nellastessa collana: Il tesoro nel campo.Chi trova,cerca(2007);Lettera a Gesù Bambino(2007).
Di solito, per Natale, sono i bambini a scrivere una lettera a Gesù. Questa, invece, è una lettera che - per finzione letteraria - Gesù Bambino scrive "all'uomo che Dio ama" dal grembo di sua Madre. E la fa trovare all'autore nella buca delle lettere, forse perché, essendo questi prete e giornalista, troverà il modo di farla conoscere. In 7 capitoli (Sono Dio!, Maria: l'accoglienza, Giuseppe: l'obbedienza, Elisabetta: il servizio, Giovanni: la rivelazione, Il regno di Dio: tra attesa e compimento, Il mio Natale buono!) Gesù Bambino parla di sé, della fedeltà di Dio, dei temi piccoli e grandi della fede, motivando gli uomini e le donne d'oggi a un'accoglienza profonda di un mistero che chiede di essere tradotto in testimonianza e vita.