David fa sempre molte domande. Durante le lezioni di danza si muove come vuole. A scuola si rifiuta di fare le addizioni e si ostina a leggere esclusivamente il 'Don Chisciotte'. Ma è il calcio la sua vera passione. Un giorno Julio Fabricante, direttore di un vicino orfanotrofio, invita David e i suoi amici a formare una vera squadra di calcio. David ha deciso: lascerà Simón e Inés per vivere con Julio. La scelta getta la famiglia nello sconforto, ma David è inamovibile. I genitori acconsentono, loro malgrado, ignari di quello che succederà di lì a poco. Perché nella nuova sistemazione David si ammala di una misteriosa malattia... Coetzee torna a esplorare il mondo de "L'infanzia di Gesù" e "I giorni di scuola di Gesù": con le sue atmosfere evocative, il richiamare e allo stesso tempo allontanarsi da un allegorico ri-racconto evangelico, gli enigmi e le inaspettate dolcezze, la trilogia di «Gesù» raggiunge con questo romanzo il suo culmine artistico e simbolico. Coetzee non ha intenzione di fornire risposte, ma di porre grandi domande: non è forse questo il compito più arduo della letteratura?
Un uomo adulto, quasi anziano, e un bambino sbarcano a Novilla. Novilla non è la loro città, lo spagnolo non è la loro lingua: ma come tutti gli abitanti della città, con cui condividono il misterioso destino, vi sono giunti dopo un viaggio in mare e non conservano nessun ricordo delle loro vite precedenti. Non sanno da dove vengono, a chi erano legati, quale evento catastrofico li ha condotti fin li come profughi; non lo sanno e sembra che nemmeno abbia più importanza. C'è solo una cosa che Simon, l'uomo, sa: deve prendersi cura di questo bambino che ha conosciuto sulla nave, deve accudirlo anche se non è suo figlio, anche se nulla lo lega a lui. Anche se David si dimostra presto un bambino molto particolare. E sa che deve aiutarlo a ricongiungersi con la "madre". Quando il romanzo sembra essere giunto ai limiti estremi del suo esaurimento, arrivano scrittori come J. M. Coetzee a mostrare che tutto è ancora possibile: è come se il Nobel sudafricano prolungasse la linea che da Kafka passa per Beckett e ne facesse gemmare le possibilità per il mondo del nuovo millennio e le sue inquietudini. "L'infanzia di Gesù" è allo stesso tempo una riflessione radicale sul mistero dell'umano, sul conflitto tra desiderio e felicità, tra Storia e Salvezza, una perturbante interrogazione su come dobbiamo vivere e se mai saremmo in grado di riconoscere il Messia se arrivasse oggi. Ma è anche la storia dell'amore di un "padre" per un bambino...
"Doppiare il capo", come ogni espressione nella scrittura di J. M. Coetzee, possiede molteplici significad. Di certo ha a che fare con l'idea di un passaggio, una svolta nella continuità: la possibilità, volgendo lo sguardo al cammino compiuto, di riflettere su se stessi. I saggi raccolti in "Doppiare il capo" affrontano argomenti molto diversi: letterari (Rousseau, Tolstoj e Dostoevskij, Beckett...) e non solo (da Capitan America al rugby, dalla pubblicità alla censura), restituendo la varietà degli interessi intellettuali e politici del premio Nobel sudafricano. Ma tutti, a ben vedere, sono tentativi di affrontare il medesimo tormentato problema: come dire la verità (anche su se stessi) quando quella verità potrebbe non essere nel nostro interesse. Ammesso poi che tale verità esista: "Tutto ciò che scrivi, incluso critica e narrativa, ti scrive mentre lo scrivi. La domanda allora è: questa massiccia impresa autobiografica che riempie una vita, questa imponente opera di costruzione di sé, produce solo finzioni? Oppure tra le varie finzioni, ce ne sono alcune più vere di altre? Come faccio a sapere che dico la verità su me stesso?".
John C., un celebre scrittore australiano d'origine sudafricana, è invitato a collaborare a un volume di saggi intitolato "Opinioni forti". È per lui l'occasione di trattare una serie di temi che gli stanno a cuore (alcuni di attualità, altri universali): l'origine dello Stato, la figura di Machiavelli, l'anarchismo, al-Qaeda, il disegno intelligente, Harold Pinter, la vita in Australia, la musica... In quegli stessi giorni, dedicati con passione all'elaborazione dei testi, l'anziano scrittore conosce Anya, un'attraente filippina di ventinove anni che vive nel suo stesso stabile. La ragazza è in cerca di lavoro, e così John C. chiede un aiuto nella trascrizione a computer del manoscritto. La comparsa di Alan, il pragmatico e geloso fidanzato di Anya, darà un'inaspettata piega al rapporto della giovane con lo scrittore. Diario di un anno difficile, con tono intimo ed esatto, disseziona emozioni complesse e disegna un atlante delle miserie (e della dignità) dell'animo umano.
Paul Rayment, un fotografo professionista, mentre fa un giro in bicicletta è investito da un'automobile, e a causa delle disastrose conseguenze dell'incidente perde la gamba destra. Paul non vuole che i medici gli inseriscano una protesi, e lascia l'ospedale per tornare nel suo appartamento da scapolo ad Adelaide. Da questo momento la sua vita solitaria è destinata a cambiare. Scombussolato dalla situazione di dipendenza che l'invalidità comporta, passa momenti di disperazione, riflettendo sui suoi sessant'anni di vita (per lui perdere una gamba è un po' come la prova generale della perdita dell'intera vita). Riacquista fiducia quando si scopre innamorato di Marijana, la sua schietta e pragmatica infermiera di origine croata.
La signora Curren, un'insegnante in pensione, diviene suo malgrado testimone di eventi storici violenti, di cui radio e televisione non dicono nulla, ma di cui sono protagonisti i figli della domestica: l'anziana signora si ritrova a dover medicare e identificare i corpi dei ragazzi. Questa lunga e lenta agonia, individuale e privata, ma anche collettiva e pubblica, è racchiusa nelle pagine di una lettera che la donna lascerà in eredità alla figlia lontana, che da tempo ha voltato le spalle al paese. Latore di questa missiva sarà forse il signor Vercueil, il misterioso compagno dei suoi ultimi giorni di vita: angelo maledetto, messaggero, parassita?
In esilio a Dresda, Dostoevskij ritorna a Pietroburgo sotto falsa identità, dopo la morte dai contorni poco chiari del figliastro. Lo scrittore si stabilisce nell'appartamento che era stato di Pavel e ossessivamente, insegue il fantasma del figlio per scoprire che cosa veramente gli sia capitato, indagando negli ambienti rivoluzionari di Necaev. Pietroburgo diventa lo scenario dove si intrecciano le passioni dello scrittore: il dolore per il figlio morto, l'attrazione che prova per Anna Sergeevna - la padrona di casa di Pavel che ora ospita lui -, e persino per la giovane figlia di lei, il conseguente desiderio di rimanere in Russia ma altresí il bisogno di tornare all'esilio di Dresda...
In "Elizabeth Costello" Coetzee trova una forma nuova di scrittura: un romanzo in sei stazioni dove la narratrice, ormai anziana, insegue le emozioni e i sentimenti della vita con il pensiero. Elizabeth Costello è una scrittrice australiana famosa per il suo primo romanzo, e proprio per questo viene premiata e invitata a tenere conferenze in tutto il mondo. Evitando ostinatamente di soddisfare la curiosità del pubblico sul significato del suo romanzo, e sulla sua storia personale, Costello in ogni apparizione pubblica racconta storie che raramente i presenti vogliono ascoltare, affronta argomenti inquietanti, questioni difficili e controverse, spesso con antagonisti preparati e determinati quanto lei.
"A suo avviso, per essere un uomo della sua età, cinquantadue anni, divorziato, ha risolto il problema del sesso piuttosto bene". È la prima frase di "Vergogna", e chi la pronuncia, il professor David Lurie, quel problema non l'ha risolto affatto. Non a caso, una sera Lurie invita a casa sua una studentessa e la seduce. Costretto a lasciare la professione, Lurie si rifugia da sua figlia, in campagna. Qui potrebbe trovare la pace, e invece trova altra violenza, quella che tre sconosciuti esercitano sulla ragazza. Lurie vorrebbe denunciarli, ma sua figlia si oppone, sostenendo che il pericolo con cui i bianchi convivono è il prezzo da pagare per avere diritto alla terra.
In una sperduta fattoria del Sudafrica, Magda, la protagonista di questo romanzo feroce e appassionato contempla la vita da cui è stata esclusa. Ignorata da un padre indifferente, disprezzata e temuta dalla servitù, è una donna intelligente e disillusa, la cui mansuetudine esteriore nasconde il disperato proposito di "non essere tra chi è stato dimenticato dalla Storia". Nella narrazione la realtà si confonde con i timori e le angosce visionarie di Magda, dove esplodono le tensioni tra colonizzatore e colonizzato e tra gli struggenti desideri europei e l'immensità e la solitudine dell'Africa. Una prosa ricca e drammatica, in cui l'autore trasforma una vicenda familiare nel cuore del Sudafrica in uno specchio amaro dell'esperienza coloniale.
Elizabeth Costello è una scrittrice australiana famosa per un primo romanzo in cui dà voce alla Molly Bloom di Ulisse perché racconti la sua storia. Il libro viene considerato alla stregua del capolavoro di James Joyce da cui deriva, e l'anziana autrice viene premiata e invitata a tenere conferenze in tutto il mondo. Evitando ostinatamente di soddisfare la curiosità del pubblico sul significato e le implicazioni del suo romanzo, e sulla sua storia personale, Costello, in ogni apparizione pubblica, racconta storie che raramente i presenti vogliono ascoltare, affronta argomenti inquietanti, discute questioni controverse, sempre portando al limite dell'assurdo le compiaciute certezze del discorso illuminista.
Dopo "Infanzia", prosegue il romanzo autobiografico dello scrittore sudafricano. Con uno stile asciutto, spietato e lucido, Coetzee fruga nel labirintico dilemma di come si fa a diventare uomini, offrendo al lettore un ritratto impietoso di una tarda adolescenza che si affaccia all'età adulta, della formazione di un io che si dibatte fra profondo disgusto per la mediocrità, fra paure e desideri.