Questo ringraziamento nella memoria dei doni che il Signore ci ha fatto non dimentica le domande, e tra esse quelle di perdono: al Signore, verso il quale non siamo stati fedeli, ripetendo cadute e rinnegamenti; e a quanti, nel corso di questi anni, abbiamo scandalizzato o ferito con i nostri comportamenti. Ne siamo consapevoli e, forse non pienamente ma con sincerità, invochiamo il perdono: non sempre abbiamo saputo amare, e anche noi abbiamo fatto del male.
“Fratello, sorella, tu hai costruito e costruisci ogni giorno la comunità. Ma non preoccuparti di dare continuità storica all’intuizione iniziale … Non pensare alla tua vecchiaia né al domani della comunità. Vivi l’oggi di Dio. Una sola cosa sia la tua preoccupazione: vivere l’evangelo nella comunità cui sei stato chiamato” (Regola di Bose 48).
“Tuo” e “mio” sono fredde parole.
Quello che è sulla terra
non è nostro,
ma di tutti i viventi:
tutto infatti è di Dio,
Padre comune.
Noi siamo fratelli ...
Tu, delle cose devi usare,
non abusare.
Sono qui raccolte le testimonianze più significative sul rapporto tra gli uomini e i beni della terra, tratte dal messaggio biblico, dai testi dei padri della chiesa e dalla tradizione vivente dei primi secoli del cristianesimo.
Con una introduzione di Armido Rizzi e una postfazione di Mario Tronti.