Nell'affrontare un nuovo capitolo di storia della massoneria, Conti concentra la propria attenzione non sulla vita interna delle logge, ma sulla loro proiezione nella sfera pubblica e su quell'insieme di liturgie che, nel nome del laicismo e del progresso, alimentarono una forma di vera e propria religione civile. Dopo un'analisi del rapporto fra la massoneria e la politica, la questione educativa e il movimento pacifista, sono descritti il suo irradiamento nei paesi del Mediterraneo e la sua penetrazione nel capitalismo imprenditoriale e finanziario; è quindi evidenziato il ruolo da essa svolto nella costruzione del mito del Risorgimento e in particolare del culto di Mazzini e Garibaldi. Infine, nella gestione della morte e dei rituali funebri di personaggi illustri, massoni e non, l'autore intravede una chiave di lettura per comprendere la nascita delle religioni politiche dell'età contemporanea.
Sin dall'Ottocento l'istituzione massonica ha avuto in Italia un ruolo importante: nel Risorgimento, nel consolidamento dello stato unitario e fino al fascismo che la mise al bando nel 1925. A partire da una ricca documentazione l'autore traccia la storia della massoneria italiana in questo cruciale periodo, definendone il numero degli affiliati e la loro estrazione sociale, le regioni in cui era più radicata, il suo progetto politico e sociale. Il volume ricostruisce il ruolo del Grande Oriente d'Italia nella costruzione dell'identità nazionale, nella campagna interventista, nell'avvento del fascismo, fornendo una chiave di lettura per comprendere i mutamenti sociali e politici dell'Italia fra Otto e Novecento.
Fin dalla sua rinascita nel 1859, il Grande Oriente d'Italia ha legato la sua storia a quella del Paese. Pur nella affermazione dei principi della fratellanza universale e del solidarismo umanitario, si è infatti caratterizzato per uno spiccato sentimento patriottico e per la totale identificazione con il nuovo Stato unitario. Non meraviglia che le prime logge del risorto Grande Oriente pensassero di offrire la carica di gran maestro a Cavour, e che dopo la sua morte, nel giugno del 1861, larga parte di quella generazione di patrioti che aveva partecipato alle battaglie risorgimentali decidesse di aderire alla Massoneria. Il volume ricostruisce il ruolo svolto dalla Libera Muratoria durante il Risorgimento e nelle fasi decisive della lotta per l'unità e l'indipendenza. Nello scenario di una Torino che stava per diventare capitale del Regno d'Italia, e in cui era presente una vivace emigrazione politica e intellettuale, il libro delinea il profilo di alcuni protagonisti di quelle vicende che furono ad un tempo patrioti e massoni. E grazie al contributo di studiosi italiani e stranieri getta nuova luce, nell'anno in cui ricorre il 150° dell'Unità, su una pagina decisiva della storia d'Italia.