Estraendoli dagli scrigni della memoria, Carlo Conti racconta i nostri migliori anni facendo vibrare emozioni diverse: divertimento, curiosità, ironia e nostalgia. Un viaggio negli anni Settanta e Ottanta. Conti mette in scena la play-list del nostro passato. Una vera enciclopedia di oggetti - dal mangiadischi al motorino, la Prinz, la Fiat 850, il telefono a gettone, i Ray-Ban scuri a goccia -, situazioni - dal dancing alla disco, alle radio libere, dal primo bacio al primo sesso -, canzoni, balli, programmi tv, film, fumetti e giornalini. Il libro racconta, col sorriso e l'affabilità del mattatore della tv, gli italiani della fine del secolo scorso, il clima sociale, culturale, economico, i rapporti familiari, la mentalità, le scale di valori, lo stile e il tenore di vita, il modo di vivere la sessualità, gli svaghi e le aspettative di quelli che allora erano "la nuova generazione". Un libro che è quasi un gioco, per sfogliare con gli amici il proprio passato, per divertirsi e per capire qualcosa anche del proprio presente.
Un quadro politico desolante, un'economia in stallo, lo spettro del "default", lo spauracchio della secessione, il baratro che si allarga tra "casta" e "antipolitica", i giovani senza prospettive... Mentre celebriamo un secolo e mezzo dello Stato unitario, l'Italia ci appare fragile, declinante, immobile, divisa. Per superare i rischi di una decadenza del posto dell'Italia nel mondo e del nostro benessere, dobbiamo guardare oltre le differenze politiche, sociali, territoriali, le convenienze personali e familiari, il campanilismo e il localismo. Soprattutto, dobbiamo ricominciare a sentirci una comunità, che voglia impegnarsi in un progetto condiviso. La parola "patria", sequestrata dal nazionalismo del "sangue e suolo", bandita dall'internazionalismo marxista, è rimasta estranea, per ragioni storiche e ideologiche, alle tradizioni culturali prevalenti nel nostro paese. Tuttavia oggi, per evitare le opposte derive del mondialismo omologante e del proliferare di egoismi di luogo e di gruppo, diventa indispensabile rifondare una identità collettiva che non si fondi su condizioni date - il sangue, il territorio, la lingua, la religione - ma su valori e obiettivi condivisi. Emanuele Conte e Roberto Della Seta ci offrono una riflessione insieme storica e politica sul concetto di patria e sul ruolo che esso ha avuto nella cultura e nella storia del nostro paese. Per proiettarlo nel futuro, come risorsa modernissima al servizio dell'interesse comune degli italiani.
Il libro, partendo da alcune riflessioni di Chiara Lubich che illuminano specifici aspetti della nostra vita relativi al benessere psico-fisico e alla salute ambientale, disegna attraverso riflessioni ed esperienze uno stile di vita capace di costituire una risposta costruttiva e pacificatrice alle sfide del presente, quali le malattie, la vecchiaia, l'inquinamento del pianeta, fino alle pandemie che ci troviamo ancora una volta ad affrontare.