«La storia della mia corrispondenza con Karol Wojtyla è quasi incredibile, io avevo quindici anni, ero una ragazzina e mai prima di allora avrei pensato di intrattenere un dialogo epistolare con un papa. Ma a volte nella vita capitano cose davvero strane, a me ne sono accadute molte e la mia "amicizia" con un grande pontefice è una di queste. Quello che mi spinse a scrivere la prima lettera all'allora Santo Padre Giovanni Paolo II, fu il desiderio di comunicargli la mia guarigione spirituale avvenuta a Lourdes pochi mesi prima. Davanti alla grotta di Massabielle avevo capito che la mia condizione di disabile che mi costringeva a stare sulla sedia a rotelle non era una maledizione come avevo sempre pensato, o un segno dell'abbandono di Dio, ma al contrario era un'opportunità per fare al meglio la Sua volontà. Capii in modo chiaro che i progetti del Signore quasi sempre non sono quelli degli uomini e hanno il potere si stravolgere le vite e portarle a diventare migliori, anche quando sembra inconcepibile. Avevo molta voglia di annunciare a tutti che il Signore aveva operato in me meraviglie, avevo capito che la mia sofferenza poteva servire, se offerta, a tante persone, ai peccatori ma anche ai credenti, a chi soffriva come me e più di me, e soprattutto alla Santa Madre Chiesa. Papa Giovanni Paolo II era già molto malato e provato dalla malattia che lo stava letteralmente consumando, però andava avanti comunque. Mi chiedevo perché doveva interessarsi a una ragazza come tante altre quando lui era un uomo tanto importante che aveva il peso della chiesa universale sulle spalle...» (Dall'introduzione dell'autrice)
Quando Rita Coruzzi incontra Giovanni Paolo II per la prima volta, la malattia sta già segnando in profondità il pontificato di Karol Wojtyla. Negli occhi del Santo Padre, carichi di sofferenza e di amore, Rita – costretta sulla sedia a rotelle dall’età di dieci anni in conseguenza di uno sfortunato intervento chirurgico – trova l’abbraccio di un compagno del dolore. Provocata dall’intensità di quello sguardo, la giovane stringe un rapporto di affetto con Giovanni Paolo II che la porta a sfogliare, a una a una, le diverse pagine di quel Vangelo della sofferenza che è stata la vita di Karol Wojtyla: dalla perdita precoce dei genitori alle difficoltà incontrate durante la Guerra, dalla persecuzione negli anni del seminario clandestino, alle battaglie in difesa della sua amata Polonia, dall’attentato in piazza San Pietro nel 1981 fino alla malattia che, negli ultimi anni del suo pontificato, ne ha fatto una icona mondiale del sacrificio e della preghiera sofferta. Un ritratto inedito e coinvolgente di Giovanni Paolo II. In attesa che la Chiesa lo proclami beato.