Data di pubblicazione: Ottobre 2011
Codice: 9788807723025
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Chissà se è vero che dietro ogni grand'uomo ci sia una grande donna. È vero che spesso dietro una grande donna non c'è che lei. Quando Cristina di Belgiojoso dirigeva in Francia la "Gazzetta italiana", Terenzio Mamiani protestò che "un giornale politico, primo di tal fatta per l'Italia, fosse diretto da una donna". Poveri uomini: anche i più grandi. Alessandro Manzoni, per esempio, turbato dalla "manìa di quella signora di diffondere l'istruzione ne' suoi contadini". Cristina ebbe una vita straordinaria: "bambola da salotto, topo di biblioteca e strega, principessa rivoluzionaria e infermiera, zingara e pellegrina'". Il poeta Heine la descrisse come "una bellezza assetata di verità". Al centro della sua personalità, dei suoi amori e delle sue peregrinazioni stette la passione politica. Aspettò lungamente la stagione che si chiamò primavera dei popoli (nome tornato improvvisamente vivo ai giorni nostri), la preparò e vi si preparò. Gli scritti qui raccolti su Milano e Venezia uscirono alla fine di quel 1848 a Parigi. "La libertà individuale puramente politica," pensava allora, "non è favorevole che alla liberazione effettiva di alcune classi privilegiate... Il principio realmente popolare, il principio democratico ed evangelico è il principio dell'uguaglianza. "Corsa poi a condividere la "democrazia pura" della Repubblica romana del '49, pur annotando le "minchionerie molte e varie" dei triumviri, Cristina fu a capo del soccorso ai feriti.
Chissà se è vero che dietro ogni grand'uomo ci sia una grande donna. È vero che spesso dietro una grande donna non c'è che lei. Quando Cristina di Belgiojoso dirigeva in Francia la "Gazzetta italiana", Terenzio Mamiani protestò che "un giornale politico, primo di tal fatta per l'Italia, fosse diretto da una donna". Poveri uomini: anche i più grandi. Alessandro Manzoni, per esempio, turbato dalla "manìa di quella signora di diffondere l'istruzione ne' suoi contadini". Cristina ebbe una vita straordinaria: "bambola da salotto, topo di biblioteca e strega, principessa rivoluzionaria e infermiera, zingara e pellegrina'". Il poeta Heine la descrisse come "una bellezza assetata di verità". Al centro della sua personalità, dei suoi amori e delle sue peregrinazioni stette la passione politica. Aspettò lungamente la stagione che si chiamò primavera dei popoli (nome tornato improvvisamente vivo ai giorni nostri), la preparò e vi si preparò. Gli scritti qui raccolti su Milano e Venezia uscirono alla fine di quel 1848 a Parigi. "La libertà individuale puramente politica," pensava allora, "non è favorevole che alla liberazione effettiva di alcune classi privilegiate... Il principio realmente popolare, il principio democratico ed evangelico è il principio dell'uguaglianza. "Corsa poi a condividere la "democrazia pura" della Repubblica romana del '49, pur annotando le "minchionerie molte e varie" dei triumviri, Cristina fu a capo del soccorso ai feriti.