Una raccolta di piccoli fatti, aneddoti, storie di incontri individuali il cui protagonista è stato Giovanni Paolo II. Sono tanti "fioretti" custoditi in altrettanti cuori. Al di là dell'aspetto pittoresco, ironico, emotivo si trova in essi un vero insegnamento impartito a piccoli tocchi discreti, un complemento delle encicliche solenni, un precetto prezioso per il Natanaele, lo Zaccheo, il buon ladrone, l'adultera dei nostri giorni le cui vite sono state sconvolte da una frase, da uno sguardo.
Questo libro ricostruisce il percorso compiuto dalla Chiesa nella sua relazione con il moderno, assumendo un punto di vista specifico: l'atteggiamento elaborato dal papato. Se il confronto di quest'ultimo con la cultura moderna era iniziato già nel corso della Rivoluzione francese, il punto di partenza prescelto è il pontificato di Pio X che, con la solenne condanna del modernismo nell'enciclica "Pascendi" del 1907, segna una svolta: il moderno, da avversario con cui misurarsi anche per poter essere al passo con i tempi, diventa il nemico che penetra nascostamente all'interno della Chiesa per dissolverla. Vengono qui delineati i tratti fondamentali con cui ciascuno dei pontefici successivi, fino a papa Francesco, si è confrontato con questo insieme di problemi, cercando di definire una linea di presenza della Chiesa nella modernità. Tra continuità dottrinali, differenze pastorali e, talvolta, innovazioni teologiche.
DESCRIZIONE: L’interpretazione della figura di Giovanni Paolo ii ha assunto sulla scena mediatica – di cui è stato per oltre due decenni, fino al “magistero della sofferenza” offerto negli ultimi anni, indiscusso protagonista – un carattere fortemente celebrativo, mentre la stessa richiesta di un avvio immediato del processo di canonizzazione rischia di farne circolare un’immagine puramente agiografica. In tal modo si rischia di cancellare l’effettivo apporto che questo pontefice ha dato alla ridefinizione della presenza della chiesa nella società odierna, finendo per oscurare la consapevolezza dei problemi che sono ancora davanti al suo successore. Questo libro intende ricollocare il papato di Wojtyla nella storia del cattolicesimo contemporaneo, allo scopo di enucleare il suo specifico contributo al secolare cammino che la chiesa ha compiuto, dalla radicale contrapposizione ottocentesca con la società moderna fino all’attuale legittimazione di alcuni suoi aspetti, ormai considerati come un portato intrinseco del cristianesimo. Concentrandosi su alcuni rilevanti momenti del suo magistero – la democrazia, i diritti umani, la pace, la richiesta di perdono – il volume, senza pretendere una lettura complessiva che solo agli storici del futuro sarà consentita, avanza una ipotesi precisa: l’acquisizione all’interno del cattolicesimo di valori e princìpi moderni si accompagna ancora a oscillazioni, riserve, precisazioni, limitazioni che affondano la loro radice ultima nella cultura cattolica intransigente mai abbandonata, nonostante l’aggiornamento conciliare, dall’autorità romana. Ci si può dunque chiedere se la reale cifra interpretativa di questo papato sia un’incompiuta transizione verso una pacificata relazione con la modernità.