"La Repubblica grigia" intende studiare la moralità nella Ricostruzione italiana (dal 1943-45 al 1953-55 e, in qualche caso, al 1958) attraverso l'impegno per l'educazione alla democrazia svolto dai cattolici in forme diverse. Si ricostruiscono, dunque, le iniziative di educazione popolare, di educazione dei tecnici, di educazione sociale, di educazione dei poveri, attraverso l'opera di personaggi con ruoli diversi, da Gonella a Colonnetti, da Moro a Nosengo, da La Pira e Lazzari a don Milani. Una storia che è anche un esempio di disciplinamento sociale. Il "grigio" indica un sentimento democratico umile e sereno, non retorico, in cui i diritti si intrecciano ai doveri, allo spirito di servizio. Il volume esplora un passaggio storico cruciale per la storia d'Italia: dalla Resistenza agli anni Cinquanta, la charitas cristiana si misurò, per la prima volta (almeno su scala di massa), con la scelta per la democrazia, innervando percorsi educativi e formativi differenti, ma tutti rivolti agli uomini e alle donne di ogni classe sociale. Non mancarono opportunismi e clientelismi: vi fu tuttavia, in modo preminente, una grande passione educativa democratica e sociale.
I grandi cambiamenti storici globali - demografici, economico-sociali, culturali - che l'umanità sta vivendo aprono scenari nuovi e inediti che sfidano la pastorale della Chiesa cattolica: in particolare per quel che riguarda i vissuti familiari, la sessualità, la questione di genere (in riferimento alle donne e agli omosessuali). L'autore, da tempo impegnato nella pastorale familiare, propone l'assunzione di scelte innovative coraggiose - in fedeltà al Vangelo, al Concilio Vaticano II e al magistero di papa Francesco che portino, in modo sereno e fecondo, ad una nuova "era cristiana". Le dispute sinodali sono lette, in positivo, come il travaglio di un parto, che condurrà alla nascita di un modo nuovo di essere Chiesa.
Un volume che parte dagli scenari storici dei diritti personali e delle responsabilità sociali in ambito scolastico per individuare le principali linee di tendenza dell'educazione del futuro, con qualche incursione verso la politica dell'educazione e il dibattito civile sui temi dell'istruzione e della scuola.
Il volume, che coniuga la storia dell'educazione e della pedagogia con quella della cultura italiana tra Ottocento e Novecento, focalizza l'attenzione sul periodo del modernismo. Partendo dallo studio di Fogazzaro, Gallarati Scotti, Semeria e Murri fino a Tocco e Prezzolini, la ricerca mette in luce come questi intellettuali abbiano recuperato figure-chiave dell'età medievale, fornendo modelli di comportamento fungibili sul piano dell'educazione e dell'autoeducazione. Da questo intervento nasce una pedagogia della libertà che vuole ripsondere alle sfide del nietzschianesimo: il Santo come alternativa al Superuomo.
Il volume ricostruisce percorsi storiografici dall'età del Risorgimento al periodo post-unitario, dalla crisi della modernità al fascismo, dal secondo dopoguerra agli anni del post-Concilio, fino agli sviluppi più recenti, presentando le più significative figure di storici cattolici.