Fotografo e giornalista indipendente da oltre vent'anni, Danilo De Marco ha camminato mezzo mondo: dal Tibet al Messico, dalle montagne dei Kurdi in Turchia e Iraq alle selve degli U'wa in Colombia, fino alle Ande dell'Equador. Ha condiviso cibo e giaciglio con tante culture, ha raccontato attraverso le sue immagini soprattutto le resistenze dei popoli ingiustificatamente sottomessi alla legge del più forte. I ritratti che popolano queste pagine, siano persone o luoghi, stanno nelle periferie della Terra, dentro le pieghe della storia. Con un tratto di penna e le sue immagini De Marco ci restituisce il senso del viaggio e quello, inestimabile, di un'esistenza umana.
Dondero 4 20 è il singolare titolo del libro che un gruppo di scrittori, fotografi, giornalisti, artisti ha dedicato a Mario Dondero per celebrare una delle più originali figure del fotogiornalismo contemporaneo, ma soprattutto per fare un omaggio affettuoso a un caro amico per i suoi ottant'anni: quatre-vingt, quattro volte venti, per dirla alla francese, ma anche come i quattro venti che ti fanno volare in giro per il mondo. Una vita in bianco e nero, quella di Dondero, fuori dagli schemi; un vedere la fotografia, e anche il mondo, da irregolare. Il volume raccoglie testi, tra gli altri, di Erri De Luca, Danilo De Marco, Attilio Giordano, Antonio Gnoli, Elisabetta Rasy, Vladimiro Settimelli, Corrado Stajano, Uliano Lucas, Bernardo Valli..., ma anche nomi meno conosciuti, e poi i disegni di Altan, Bucchi, Guarino, Pericoli, Vauro, assieme ad una trentina di fotografie scattate a Dondero da Danilo De Marco.