Nel dicembre del 1942 un bambino di dieci anni si trasferisce con la famiglia da Napoli a Roma. La capitale vive i giorni più drammatici della guerra, ma per quel bambino è l'inizio di una nuova vita e la scoperta di una città meravigliosa, nella quale procede a grandi passi verso l'età adulta. Muovendo ancora una volta dalla memoria di una singola parola, di un dialogo, di un discorso, Tullio De Mauro rievoca una stagione intera della propria vita e della nostra storia. È un racconto fatto di intimità familiare, con il ricordo tenero e ammirato del fratello Mauro; di scelte politiche, dal fascismo infantile alla scoperta delle ragioni della parte democratica; di incontri decisivi, nel campo degli studi come in quello dell'amore.
Nella Napoli degli anni 1930-1940 un bambino fa il suo ingresso nel mondo della lingua e delle parole. Figlio di buona famiglia, colta e borghese, attorniato da fratelli e sorelle più grandi, impara pian piano la difficile arte della lettura compitando uno per uno i caratteri stampati sul dorso dei libri della biblioteca di casa. Con scrittura lieve, De Mauro ricorda in queste pagine la propria iniziazione linguistica, lasciando tralucere alcuni temi portanti delle riflessioni del linguista adulto: dalla centralità della scuola nella promozione dell'eguaglianza culturale al rapporto tra condizione economica, istruzione e cultura linguistica.
Nel loro libro Tullio De Mauro, linguista e grande conoscitore del mondo della scuola, e Paolo Legrenzi, psicologo, spiegano agli studenti e alle loro famiglie come nasce, come si svolge, come si affronta la nuova maturità. Dall'esperienza pluriennale degli autori emerge chiaramente che la capacità di esprimere correttamente quanto appreso, la preparazione di scritti e orali, la pianificazione di tempi e modalità di studio, il controllo dello stress, il rapporto con professori ed esaminatori, possono essere migliorati attraverso un allenamento fatto di studio e buona organizzazione. Se adeguatamente affrontata, la maturità si trasforma quindi da prova "terribile" e sconosciuta in verifica impegnativa ma perfettamente superabile.